Il fumo aiuta il Coronavirus
iStock
Salute

Il fumo aiuta il Coronavirus

Le sigarette aumentano il rischio di essere colpiti in forma grave dal coronavirus e di finire in terapia intensiva. Sarebbe ora di smettere

Chi fuma, e ringrazia che le tabaccherie siano rimaste aperte per potersi rifornire di sigarette, non rinuncerà probabilmente mai alla sua dipendenza, neppure per timore del coronavirus (ricordiamo che in Italia i fumatori sono 11,6 milioni, circa il 22 per cento della popolazione). Ma potrebbe iniziare a pensarci. E il fatto che l'organo bersaglio di Covid-19 siano proprio i polmoni è un buon motivo per provarci.

Lo Speciale di Panorama.it sul Coronavirus

Le vie respiratorie di chi fuma, infatti, sono rese più vulnerabili, dopo anni di tabacco e combustione, a infezioni respiratorie, bronchiti, polmoniti, enfisema (e il pericolo peggiora, ovviamente, man mano che passano gli anni, sia dell'abitudine al fumo sia di chi lo aspira). Lo scorso 20 marzo, I Cdc americani, Centers for disease control and prevention, avvertivano che tra i gruppi di persone a rischio maggiore per il coronavirus non c'erano solo gli anziani pluripatologici, ma anche i fumatori (compresi quelli che svapano o utilizzano sigarette elettroniche, anche se in genere sono più giovani, e naturalmente chi fa uso di marijuana). «Quando i polmoni di un soggetto sono colpiti da influenza o altre infezioni, gli effetti avversi del fumo agravvano le sue condizioni» ha scritto in un blog Stanton Glantz, docente di medicina e direttore del Center for Tobacco Research Control & Education all'Università della California of California, San Francisco. «Il fumo influisce negativamente sui polmoni a vari livelli» ha spiegato. «Indebolisce le cilia dell'epitelio delle vie aeree che respingono gli agenti patogeni, quindi il sistema immunitario e l'abilità dell'organismo di combattere i virus ne viene ridotta».

Non solo. Secondo uno studio cinese pubblicato lo scorso febbraio sul Chinese Medical Journal, le possibilità di essere colpiti da Covid-19 in modo più severo (e potenzialmente letale) sono 14 volte più elevate tra i fumatori rispetto ai non fumatori. Lo confermano, indirettamente, esperti italiani del Centro Antifumo di Humanitas, di cui è coordinatrice Licia Siracusano, che sul sito dell'ospedale avverte di «un aumento significativo del rischio di sviluppare una polmonite severa da Covid-19 nei pazienti fumatori», quindi di finire in terapia intensiva e di essere sottoposti a ventilazione meccanica.

Ps. Se volete provare a smettere, può essere d'aiuto il numero verde Iss contro il fumo:

800 554088 (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16)

I più letti

avatar-icon

Daniela Mattalia