​Umberto Roccatti presidente Anafe ride 4 vape
Salute

Una maratona in bicicletta per il fumo alternativo

Settecento chilometri in quattro tappe, tra salite di montagna e sole cocente, per raccontare il rischio ridotto della sigaretta elettronica rispetto a quella tradizionale. È la «Ride 4 Vape», l’impresa sui pedali voluta dall’Anafe. Il suo presidente Umberto Roccatti è arrivato fino al Parlamento europeo dove si sta scrivendo come sarà il settore.

Ex fumatore incallito (quasi due pacchetti al giorno, per 15 anni), oggi consumatore di sole sigarette elettroniche, Umberto Roccatti è la prova di cosa vuol dire rinormalizzare il proprio corpo: sbarazzarsi delle sostanze chimiche che lo intossicano («Lo dicono una tac e una spirometria: ho i polmoni di un non fumatore»), ricominciare una vita normale, se lo si desidera lanciarsi in imprese straordinarie. La sua, da tre anni, coincide con la «Ride 4 Vape», sfiancante maratona in bicicletta per testimoniare, da protagonista, il rischio ridotto dello svapo rispetto alle classiche bionde.

Per evidenziare la metamorfosi che il passaggio da un metodo all’altro innesca nell’organismo. Quest’anno, nei 700 chilometri percorsi da Torino a Strasburgo, c’erano l’aggravante di un caldo feroce («dovevo bere 14 litri d’acqua al giorno»), con temperature da record assoluto sulle Alpi svizzere, più pendenze di montagna capaci di azzoppare ogni entusiasmo. «Ho seriamente temuto di non farcela. Per arrivare fino in fondo ho dovuto usare le gambe, ma soprattutto la testa. Lo stesso dovrebbe fare un fumatore, decidendosi a sposare alternative come la sigaretta elettronica, che è fino al 95 per cento meno rischiosa del tabacco combusto» dice Roccatti, che non è un atleta professionista ma il presidente di Anafe, l’Associazione nazionale dei produttori di fumo elettronico, e il vicepresidente di Ieva, la Independent european vape alliance. Tra le tappe intermedie della sua impresa di quattro giorni c’è stata Ginevra, fin sotto la sede dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità. Qui Roccatti ha consegnato una chiavetta Usb contenente una serie di studi indipendenti che confermano in maniera scientifica quella trasformazione che lui ha vissuto in prima persona: «I documenti sono circa 80. Oltre a quelli che sanciscono il rischio ridotto del vaping, altri dimostrano che è lo strumento più efficace per smettere di fumare. Un’opzione valida per quel 90 per cento di persone che non riescono o non vogliono farlo». Un cambio d’abitudini facilitato, anche, dal ruolo degli aromi. «Varie ricerche ne valorizzano l’importanza perché spezzano il legame con il tabacco: i rischi di ricaduta nella sigaretta classica diminuiscono enormemente».

Roccatti smentisce l’obiezione più classica, il fatto che gli aromi spingano i minorenni verso il fumo: «Il punto non ha senso, un aroma non ha età. Una fragola piace ai ragazzi come a una signora di 65 anni. Le responsabilità sono del marketing, è giusto vietare i messaggi che tentano d’intercettare i minori».

Tappa finale della «Ride 4 Vape» è stata Strasburgo, fin dentro il Parlamento europeo. Un approdo non soltanto simbolico: qui si sta discutendo la revisione di due direttive, la Ted e la Tpd, la prima sulle accise, la seconda sui prodotti del tabacco, che tracceranno il quadro di riferimento e la tassazione del settore per i prossimi 10 anni. Qualora dovesse imporsi il principio di precauzione, sigarette elettroniche e tradizionali saranno trattate e penalizzate alla stessa maniera. Il presidente di Anafe, assieme alla filiera che rappresenta, reclama un approccio dissimile.

«Vaping is not smoking. Differentiate» (il vaping non è il fumo. Bisogna distinguere) era lo slogan stampato sulla maglietta arancione vivo di Roccatti. L’ha tenuta addosso durante gli incontri con vari rappresentanti delle istituzioni comunitarie, una scelta che di sicuro non è passata inosservata: «Bisogna tenere alta l’attenzione. Ho ricevuto feedback molto favorevoli, succede sempre così. I parlamentari, in generale i membri della classica politica, hanno tantissimi temi di cui occuparsi e non riescono ad approfondirli come vorrebbero. Quando riusciamo a ottenere un confronto, capiscono subito qual è il nostro punto».

Una prospettiva figlia di una traiettoria: l’Ue vuole arrivare al 2040 con una quota del 5 per cento di fumatori, contro il 25 per cento attuale. Sarebbe una riduzione drastica: «Che non è propiziata da una politica di salute pubblica efficace. Ai consumatori delle sigarette viene consigliato di andare in un centro antifumo o assumere farmaci. Per la maggior parte di loro, è un’ipotesi irricevibile. Quando invece il vaping è un’alternativa, che agevola l’obiettivo di smettere». Quanto alle prossime edizioni della «Ride 4 Vape», Roccatti non esita a sbilanciarsi. Qualche giorno di tregua e tornerà in sella ad allenarsi: «Mi batterò, ci batteremo, finché esisterà un pregiudizio verso uno strumento che può migliore la vita di milioni di persone».

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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