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ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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Caso Regeni: fallito il vertice a Roma tra inquirenti italiani ed egiziani

La verità sull'omicidio del ricercatore sempre molto lontana, mentre viene richiamato l'ambasciatore italiano al Cairo

Al contrario di quanto invocato dai genitori e dall'opinione pubblica, rimane avvolta nel buio la verità sull'omicidio di Giulio Regeni e si fa sempre più contorta la strada per arrivarci: è infatti completamente fallito il vertice a Roma tra gli inquirenti italiani e quelli egiziani, con la collaborazione tra le autorità giudiziarie dei due Paesi che può considerarsi di fatto interrotta. Questo almeno quanto trapela dagli ambienti di piazzale Clodio, con i nostri inquirenti decisamente delusi dal fatto di non aver ottenuto quanto richiesto agli omologhi egiziani. 

Richiamato l'ambasciatore
Contestualmente alla "rottura" a livello investigativo non si è fatta attendere la reazione del nostro Governo, con il ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni che ha disposto il richiamo a Roma per consultazioni dell'Ambasciatore al Cairo Maurizio Massari. "Si rende necessaria una valutazione urgente delle iniziative più opportune per rilanciare l'impegno volto ad accertare la verità sul barbaro omicidio di Regeni", si legge tra l'altro nel comunicato della Farnesina, a conferma del pessimo andamento dell'incontro. 

I tanti perché della rottura
Come emerge da un comunicato emesso dalla Procura, la delusione della delegazione italiana che ha preso parte alla due giorni di confronto è legata anche alla mancata consegna dei tabulati telefonici di una decina di utenze riconducibili ad altrettanti cittadini egiziani con cui Giulio Regeni era in contatto, così come non hanno trovato risposta anche le richieste "relative al traffico di celle" per capire i movimenti del giovane ricercatore prima della sua scomparsa, seguita dall'uccisione dopo torture tali da far affermare alla madre "l'ho riconosciuto solo dalla punta del naso".

Si può leggere sempre nel comunicato: "Sono stati consegnati alle autorità italiane i tabulati telefonici delle utenze egiziane in uso a due amici italiani di Giulio Regeni presenti a Il Cairo nel gennaio scorso, la relazione di sopralluogo, con allegate foto del ritrovamento del corpo di Giulio Regeni, una nota ove si riferisce che gli organizzatori della riunione sindacale tenuta a Il Cairo l'11 dicembre 2015, cui ha partecipato Giulio Regeni, hanno comunicato che non sono state effettuate registrazioni video ufficiali dell'incontro". Tutti elementi che la Procura non ha giudicato sufficienti e che hanno aumentato la tensione politica tra i due Paesi.

Grande disappunto da parte della Procura anche sulla versione fornita dagli egiziani riguardo il ritrovamento dei documenti di Regeni a casa della sorella del capo di una banda criminale accusata di diverse rapine ai danni di stranieri: "La Procura di Roma ha ribadito il convincimento che non vi sono elementi del coinvolgimento diretto della banda criminale nelle torture e nella morte di Giulio Regeni", precisa infatti la nota a suggello della rottura completa tra le due équipe investigative.


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Redazione