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Ratisbona, abusi sessuali sui bambini del coro del Duomo, oltre 200 casi

La vicenda venne alla luce nel 2010, ma solo oggi è stato rivelato il numero delle vittime.

Dal 1953 al 1992 diversi bambini del famoso coro del duomo di Ratisbona sono stati picchiati o hanno subito abusi sessuali da parte di preti o insegnanti della diocesi. La vicenda non è nuova, se ne era parlato nel 2010, quando lo scandalo era venuto alla luce. Quello che non era chiaro era l'entità di questo orrore.

Oggi Ulrich Weber, l'avvocato incaricato dall'episcopato e dai responsabili del coro di far luce sulla vicenda, ha dichiarato che i casi di abusi sui bambini sono stati almeno 231. Molto superiori rispetto a quanto finora ritenuto: "Le aggressioni di tipo sessuale vanno dalle molestie fino a vere e proprie violenze carnali", ha spiegato Weber, che si dice convinto che la dimensione reale delle violenze avvenute sia ancora maggiore rispetto a quel che è emerso.

"Vigeva un sistema di paura", ha aggiunto. La sua stima è che almeno un terzo dei 2.100 scolari tra il 1953 e il 1992 abbia subito violenze corporali di vario genere. Nel febbraio dello scorso anno, la diocesi di Ratisbona aveva comunicato che 72 ex scolari del famoso coro erano stati picchiati con tanta violenza da aver subito lesioni corporali. Ad essi la chiesa aveva offerto un risarcimento economico pari a 2.500 euro ciascuno.

Nel 2010 il vescovo di Ratisbona aveva ammesso abusi sessuali nell'ambiente del famosissimo coro (che con oltre mille anni di storia, probabilmente è il più antico del mondo). Il periodo degli abusi risale, in parte, all'epoca in cui il coro era diretto dal fratello di papa Benedetto XVI, Georg Ratzinger, che lo ha guidato dal 1964 al 1993. Ratzinger però aveva precisato di non essere a conoscenza di casi di pedofilia.

In una lettera inviata nel 2010 ai genitori dei ragazzi del coro di Ratisbona, il vescovo sosteneva di "essere venuto a conoscenza di un caso di abusi sessuali (...) negli anni '50''. "Il direttore del convitto dell'epoca, a quanto ci risulta, è stato condannato. Successivamente è morto", si legge ancora nel sito del vescovado.

La diocesi tedesca di Ratisbonaha condotto un'indagine sulla vicenda, con una commissione.

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Redazione