Sotto il viadotto della tragedia
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Sotto il viadotto della tragedia

Pezzi di cadaveri, un telefono che suona ed una bambina salvata per caso tra le lamiere del pullman in Irpinia- le foto -

di Gigi Casciello

L’apocalisse è in un burrone al di sotto di un viadotto dell’autostrada Napoli-Bari: 40 bare in fila, un telefonino che squilla sul corpo senza vita di uno delle 38 vittime.

Mancano pochi minuti alle tre di notte quando i vigili del fuoco riescono a raddrizzare le lamiere accartocciate di quello che rimane del bus della morte, finito sotto la scarpata ai piedi del pilone dell’autostrada A16. Dopo la rimozione dei feriti e dei cadaveri, rimangono solo alcuni effetti personali degli sfortunati viaggiatori. Qualche borsa da donna, valigie e sacche di tela, qualche sediolino rimane ancora fissato alla carcassa del bus, molti altri sono sparsi per tutto il bosco. Intorno solo sangue, nulla più.

Poco distante i soccorritori hanno adagiato quello che resta dei cadaveri sotto lenzuoli bianchi o in tante bare, in una lunga, triste, fila di morte. Difficile la conta dei defunti.

Un soccorritore racconta del cellulare che ha cominciato a squillare proprio quando è stato estratto il cadavere del proprietario, un altro non ce la fa a terminare la descrizione del cadavere di un’altra vittima ritrovato su di un albero. E ancora scene raccapriccianti di arti mutilati. Il bilancio è tragico e purtroppo ancora non definitivo perché i feriti sono gravi.

Ogni tanto spunta fuori anche un racconto di vita: Giuseppe, 33 anni militare di Monteforte Irpino, assieme a un amico Andrea Valente, è corso a salvare i feriti. Ha estratto una bimba di una decina di anni. «Era cosciente - racconta Andrea Valente - e Giuseppe le ha dato il telefono. La bimba ha chiamato sua madre e poi l’abbiamo lasciata ai sanitari. I soccorsi sono arrivati una ventina di minuti dopo l’incidente».
Il pullman è precipitato da un viadotto dell’autostrada nella zona di Monteforte Irpino, in provincia di Avellino e, dopo un volo 25-30 metri, si è schiantato in una scarpata, proprio al termine della strada provinciale che collega il comune irpino di Monteforte con il Vallo di Lauro, da dove l’accesso al luogo della tragedia risulta più agevole. Si trattava di un Granturismo organizzato dalla società Mondotravel, era partito da Telese Terme (Benevento) ed era diretto nel Napoletano. I passeggeri provenivano da Giugliano in Campania, Mugnano di Napoli e Marano e - secondo gli elementi raccolti dai soccorritori e dagli investigatori - erano stati nelle località di culto di Padre Pio. Per tutta la notte il bus è rimasto diviso in due, la parte bassa con motore e posti a sedere, separata dalla parte alta del tettuccio.

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