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Il caso della professoressa di Alessandria: è violenza, non una "bravata"

La docente, il preside, i genitori. Tutti complici di un grande reato: aver abdicato al loro ruolo di educatori e perdonare, tutto, in partenza

La scena descritta dai giornali e in un video postato e poi tolto dal web è quella di una professoressa disabile circondata e presa in giro da ragazzi quindicenni, con pezzi di scotch addosso e la cattedra spostata contro, e lazzi e lanci di palline. Siccome lei ha problemi a camminare, sembrava divertente avvicinarle la cattedra e poi allontanarla. Lo dice lei stessa: “Mi hanno circondata e mi hanno fatto scherzi. Mi spostavano la cattedra, io ho difficoltà a deambulare e loro allontanavano il tavolo”.

Nessun problema per la prof in una successiva intervista. “Scherzi”, dice. “Si sono scusati, è stato un episodio di goliardia. Alcuni di loro sono studenti bravissimi, si sa che nel biennio sono un po’ così. La punizione l’hanno avuta”. Un mese di sospensione (sai che pacchia, senza lezioni) e poi a fare un po’ di pulizia a scuola.

E i genitori? Pare che qualcuno abbia trovato umiliante che quei “bravissimi” figlioli siano stati messi a pulire i bagni. Quanto al preside di questa scuola di Alessandria, ha minimizzato e impedito, come poteva, di dare pubblicità all’accaduto. Per il buon nome suo e dell’istituto, ovvio. Del resto non succede solo ad Alessandria. Gli episodi si moltiplicano, spesso con i genitori protagonisti di aggressioni ai docenti. E bullismo in classe. E violenza, perché così si chiama, minorile. E… “maggiorile”.

Posso dirlo? Sono esterrefatto dal comportamento di tutti. Ma proprio tutti. A cominciare dalla prof che non ha chiaro il proprio ruolo o non è stata in grado di esercitarlo. L’insegnante ha il compito fondamentale di educare gli alunni, deve saperli mettere in riga e assicurare anzitutto la disciplina. Imporre il rispetto.

Forse le mie sono parole banali. Eppure, è l’ABC dello stare insieme. Perché magari c’erano anche ragazzi che non volevano, che erano schifati dal comportamento degli altri, e la scuola deve tutelare tutti. Anche quelli che considerano un orrore allontanare la cattedra da una prof con difficoltà di deambulazione e deriderla. Non voglio neanche pensare che le abbiano dato dei calci, come si è scritto e come resta dubbio dalle ricostruzioni. Quasi ci fosse una forma di pudore a raccontare tutto quello che è avvenuto. Come il branco abbia potuto galvanizzarsi nello spettacolo dell’umiliazione dell'"autorità" fragile e impotente.

Ma soprattutto, è raccapricciante che la prof definisca quell’episodio di evidente bullismo “una goliardata”. Soltanto “scherzi”. Un commento che dimostra come purtroppo non fosse adeguata al proprio ruolo. Lo dico non per infierire, ma per capire e non ripetere. Non voglio più “scherzi” così nelle scuole. E quella prof deve dare una lezione non solo ai suoi alunni, ma a tutti gli altri. Quello non è stato uno scherzo. No.

E il preside? Un mese di sospensione. Magari quei ragazzi saranno anche promossi o potranno esserlo. Per me, dopo un episodio del genere non c’è buon voto che tenga. La condotta è sotto zero. Quei ragazzi meritano di essere bocciati. Per me. Posso dirlo? E si dovrebbe bocciarli, lo ripeto, non solo per cercare di educarli. Ma per rispetto di quegli altri che non hanno partecipato allo “scherzo” e mai vi parteciperebbero. Perché c’è differenza tra studenti come tra adulti. E chi merita punizioni, sanzioni, rimproveri, non deve e non può essere “perdonato”. Non subito, almeno. Non prima che abbia compreso quello che ha fatto. Ripeto: sono ovvietà. Ma ormai è ovvio il “politicamente scorretto”.

L’insegnante, il preside. Il mio voto per loro è zero, purtroppo, con tutta l’umana comprensione e la solidarietà e la tristezza per quanto è accaduto alla prof. Che però ha sbagliato e continua a sbagliare.

E i genitori? Spesso complici dei figli, pronti ad assolverli, aiutarli, anche a difenderli con forza. Verbale e, a volte, fisica. Non mi riferisco adesso ad Alessandria, anche se vorrei indagare e qualche accenno sui giornali c’è, ma a quello che ho letto riguardo al comportamento dei genitori in altri, analoghi casi. Genitori degni di quei figli, verrebbe da dire.

Madri e padri che non capiscono la gravità dei fatti, che abdicano al loro ruolo. Che sono i primi cattivi educatori. Che sono lo specchio di un paese che non è più un paese di “brava gente”, ma anche di egoisti, anche di veri e propri bastardi che hanno perso o non hanno mai avuto rispetto verso gli altri o il minimo senso di appartenenza a una comunità. Scolastica, cittadina, nazionale, umana.

Per questo dico: nessuna tolleranza. Severità. Disciplina. Punizione. Il vero “buonismo” è questo. Non considerare automatico il perdono. Non perché non si possano perdonare i singoli. Ma perché gli altri non credano che sia tutto permesso. Tutto perdonato in partenza. Tutto uguale.
   

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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