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(Ansa)
Politica

Grillo e Conte, una telenovela che fa solo tristezza

Dopo essersi attaccati ed insultati oggi i due hanno fatto pace e rilanciato il progetto del nuovo M5S che punta al 2050, ben sapendo che a quella data il partito non arriverà

Amici, abbiamo scherzato. La guerra Conte-Grillo? Acqua (minerale) passata. È il caso di dire: finisce tutto a tarallucci e vino. Mangiamoci sopra, e brindiamo alla nostra faccia tosta, prima di addentare il maccherone.

Parliamo della sceneggiata della spigola, cioè della meschina fotografia che ritrae gli arcinemici Beppe Grillo e Giuseppe Conte attovagliati in un ristorante di Marina di Bibbona: è un'immagine che sfida il senso della vergogna. Fino a ieri si sono presi a sberle un giorno si e l'altro pure: oggi si danno pacche sulle spalle sganasciandosi di risate, tra una mazzancolla e un antipasto di mare.

"Padre padrone", "incapace senza visione politica", "non faccio il prestanome", "non sei la persona adatta per rifondare il movimento". Sono alcune delle tenere frasi d'amore che i due commensali si sono scambiati pochi giorni fa. È stato un gioco? Una recita? Un reality show? Davvero Grillo e Conte pensano di vivere in una sit-com, tipo Casa Vianello, dove ogni puntata azzera le precedenti? Intanto, tra una risata e l'altra, i due volponi si fanno consegnare la carta dei vini: ma l'obiettivo è darla a bere agli elettori.

Sui social alcuni big di partito già esultano per l'armonia ritrovata, la nuova pax a 5 stelle all'aroma di vongole. Scurdammoce 'o passato e addentiamo il calamaro ripieno. Come per magia, Grillo incorona (di nuovo) l'ex premier, "e ora pensiamo al 2050". Vogliono evidentemente farci credere che basti un branzino sotto sale per seppellire l'ascia di guerra sullo statuto del Movimento. Vogliono convincerci che

per superare lo scoglio della lotta di potere sia sufficiente uno spaghetto allo scoglio. Ma se il branzino abbocca all'amo, gli elettori no. Hanno riempito paginoni di giornali insultandosi a vicenda per giorni: se oggi fingono amore eterno davanti a un piatto di gamberoni, hanno sbagliato i conti. Neanche Rocco Casalino avrebbe osato tanto. L'ultimo scampolo di serietà politica, agli occhi dei cittadini, si è volatilizzato insieme al fritto misto ordinato al ristorante. Resta lo spettacolo di chi, col coltello da cucina dietro le spalle, pensa di voltare pagina come se sfogliasse il menu del giorno. Un divertimento gastronomico, per chi si fa fotografare a tavola: per chi assiste alla messinscena, invece, è solo uno spettacolo terribilmente indigesto.

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Federico Novella