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(Ansa)
Politica

I 5 insegnamenti delle elezioni europee

Il successo della Meloni, l'elezione di Ilaria Salis, la fine delle follie green, la crisi franco-tedesca

Giorgia Meloni, destra, Parigi-Berlino, Green, Ilaria Salis. Le elezioni europee ci lasciano in eredità protagonisti e ragionamenti di cui non possiamo non fare tesoro

Partiamo dalla vincitrice assoluta del voto in Italia. Giorgia Meloni aveva chiesto una sorta di giudizio sul suo operato, suo e del governo che dirige da quasi due anni. La risposta degli elettori è chiara: promossa a pieni voti (in tutti i sensi). Fratelli d’Italia tocca un nuovo record, sfiorando il 29% e riuscendo a crescere pur trovandosi a Palazzo Chigi. Per capire quanto sia complesso guadagnare consensi stando al potere e non all’opposizione guardate i risultati negli altri paesi: nessun partito di governo cresce. L’unico a farlo è quello di Giorgia. Bisogna aggiungere il record assoluto di preferenze, e soprattutto che anche gli altri partiti della coalizione di centrodestra siano cresciuti (47,53% contro il 43,79%); numeri che regalano a Meloni una forza ed un’autorevolezza rara per un premier italiano ora che a Bruxelles si faranno i giochi per la prossima maggioranza, tanto più ora che Francia e Germania sono nel periodo forse di maggiore debolezza politica di sempre.

Vince Meloni ma soprattutto vince la destra, vedere stamane i titoli dei principali quotidiani italiani parlare di «onda di destra» sull’Europa fa quasi impressione. Un’onda travolgente, al di là di ogni aspettativa che ha portato alla fine di due governi, forse tre. Inutile dire che c’è chi, tra gli analisti, si preoccupa e paventa il ritorno di chissà quale fascismo e nazismo. Ma per fortuna c’è anche chi cerca di capire le ragioni di questo risultato che meriterebbe da oggi, viste le dimensioni con cui è arrivato, un rispetto maggiore. La destra è il movimento politico più attaccato, criminalizzato, criticato dagli opinionisti e benpensanti. E stravince. Forse sarebbe ora di finirla con tanto accanimento che poi si rileva controproducente.

Un governo crollato, uno in bilico, tremolante e debole come non mai. Francia e Germania sono le vere grandi sconfitte di questo voto. Macron e Scholz sembrano due pugili investiti da un diretto al mento, di quelli capaci di sbatterti al tappeto senza possibilità di rialzarsi. Con una differenza: il leader dell’Eliseo ha almeno il coraggio di dimettersi, sciogliere l’assemblea e indire nuove lezioni (ps. tutto questo in tre settimane, alla faccia di chi in Italia è legato alla Costituzione con tempi e riti ormai illogici) il cancelliere tedesco invece non ha ancora detto una parola dopo essersi ritrovato con una coalizione ferma al 31% complessivo. Da sempre a Bruxelles hanno comandato loro, in modo a volte spocchioso (ricordate le risatine Sarkozy-Merkel alla faccia di Berlusconi?), facendo a volte più gli interessi loro che nostri. Oggi tutto questo finisce. Oggi le carte al tavolo non le daranno solo loro anche perché magari non ci sarà più nemmeno Macron ed al suo posto Bardella. e questo cambia tutto, come il giorno con la notte.

Si dice che il risultato di queste elezioni sia stato condizionato soprattutto dalla posizione della Ue verso l’Ucraina. Ma a ben guardare i dati c’è un altro grande sconfitto: il mondo green, o meglio le follie dell’ideologia green. Le richieste folli ed impossibili da realizzare per semplici questioni economiche come la casa ad impatto zero e l’auto elettrica, il tutto obbligatorio a spese nostre, si sono dimostrate un boomerang contro i Verdi che, ad esempio in Germania, tracollano. Che l’ambiente sia una cosa seria, un tema centrale questo non lo discute nessuno, ma che serva un po’ di lucidità nello scegliere soprattutto le cose da fare beh, questo è innegabile. L’Europa fa già tanto, per l’ambiente e potrebbe fare di più. Ma siamo una briciola nel mondo dove Cina, India ed altri inquinano per quasi il 70% del totale e non sembrano disponibili a sacrificare la loro forza economica in nome dell’aria più pulita. Quindi rischiamo di mettere in piedi cose inutili…

Ultimo punto. Tanti anni fa ho assistito ad uno dei primi spettacoli di Beppe Grillo a teatro. Tra le cose più comiche e divertenti dello show c’era un pezzo in cui, elenco alla mano, raccontava chi erano gli europarlamentari italiani. «Gli altri mandano infermieri, dottori, insegnanti - diceva sfogliano il registro - noi mandiamo Boniperti, professione, ex calciatore oppure Ombretta Colli, professione, moglie di Giorgio Gaber…» e giù risate… Oggi l’Italia manda una pregiudicata, pluridenunciata, anarchica, coinvolta in un processo per aggressione ed al momento ai domiciliari. E purtroppo su questo non c’è proprio nulla da ridere.

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Andrea Soglio