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Perchè Angela Merkel si ricandida alla guida della Germania

Alle elezioni di settembre 2017 lei ci sarà. Al centro del suo programma immigrazione e lotta al terrorismo. Determinante l'incontro con Obama

Ora è ufficiale: la cancelliera Angela Merkel si ricandiderà alla guida della Germania per uno storico quarto mandato che, in caso di nuova vittoria alle elezioni politiche del settembre prossimo, la porterà a superare i 14 anni al potere di Konrad Adenauer e ad eguagliare i 16 di Helmut Kohl.

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L'annuncio
Dato per scontato almeno da giorni, l'annuncio è stato fatto in serata dalla stessa Merkel in un conferenza stampa alla sede del suo partito cristiano-democratico, la Cdu, a Berlino. "Ho riflettuto a lungo su questa decisione di prestare il mio servizio alla Germania", ha detto la cancelliera parlando di una scelta "non semplice, per me personalmente" e annunciando di voler "governare i prossimi quattro anni se la salute lo permetterà".

È dunque venuto il "momento opportuno" per l'annuncio che Merkel aveva rinviato per mesi: segno che non era scontato. Più che dai sondaggi (il 55% dei tedeschi auspica una suo quarto mandato), la spinta decisiva potrebbe essere venuta dalla cena privata e dagli incontri di lavoro avuti questa settimana con il presidente americano uscente Barack Obama.

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Dimenticando le divergenze sull'approccio alla crisi economica (espansivo l'americano, rigorista quello tedesco), Obama l'ha subissata di elogi politici e quasi investita del ruolo di difensore della stabilità e dei valori occidentali in un mondo reso incerto dall'incognita del reale programma del presidente-eletto Donald Trump.

Obiettivo della candidatura, ha detto Merkel ricalcando il suo messaggio a Trump, è di "tenere insieme la società" e "scongiurare l'odio", impegnandosi per "i valori della democrazia", per "la libertà, il rispetto delle persone a prescindere dal colore della pelle, dall'orientamento sessuale e dalle opinioni politiche".

La difficile situazione interna
La pressione complessiva, argomentano alcuni commentatori, ha reso inutile aspettare il congresso del partito indetto a Essen per il 6 e 7 dicembre o addirittura il gennaio prossimo come si era ipotizzato. A livello interno, ha giocato un ruolo anche la conclamata assenza di alternative tra gli esponenti della Cdu a una cancelliera che è anche il capo di governo europeo da più anni in carica e che da dieci anni è considerata "la donna più potente del mondo" dalla rivista Forbes.

"Questa elezione sarà difficile come mai in passato, almeno dalla riunificazione tedesca", ha avvertito la Merkel, indirettamente invitando a non dare per scontato che possa battere di nuovo i socialdemocratici della Spd qualora lasciassero la grande coalizione per allearsi coi Verdi.

E nel dire cosa la spinga di più a candidarsi, Merkel ha messo integrazione dei migranti e lotta al terrorismo dietro al futuro economico della Germania.           

La reazione del Spd
"Merkel non è più imbattibile", ha detto il capogruppo della Spd, Thomas Oppermann, commentando la ricandidatura. Inoltre l'apertura delle frontiere per risolvere la crisi umanitaria dei profughi bloccati nei Balcani, che nel 2015 ha fatto entrare in Germania quasi 900 migranti guadagnandole la copertina di Time quale "persona dell'anno", la espone a un'erosione di consensi fagocitati dai populisti dell'Afd che già in settembre hanno scavalcato il suo partito in un'elezione regionale.

Nonostante la storica frase "Wir schaffen das" ("Ce la facciamo", ad accogliere i profughi), secondo i sondaggi la Cdu resta comunque primo partito con un 33% di consensi davanti a una Spd che peraltro solo adesso comincia a interrogarsi su quale cavallo puntare: se sul leader Sigmar Gabriel o il presidente del parlamento europeo Martin Schulz.

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Redazione