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Pellegrini, elogio della sconfitta

Federica chiude senza medaglia ma con il record della quinta partecipazione di fila alla finale dei Giochi. Una campionessa capace di portare il nuoto azzurro fuori dalle piscine

Federica Pellegrini ha chiuso senza podio, ma non c'è alcun rammarico. Anzi. Solo un grande, immenso, grazie per una campionessa che a Tokyo saluta i Giochi di cui è stata meravigliosa protagonista e che a breve saluterà anche il nuoto che è stato per lei vita e carriera nell'ultimo ventennio. Da Atene 2004, argento a sorpresa, a Tokyo 2020 in cui l'ultimo ballo della Divina l'ha portata al settimo posto, lontana dalle medaglie ma nel cuore degli italiani che in tanti hanno puntato la sveglia notturna per assistere alla recita finale di una nuotatrice destinata a restare nella storia non solo per il record delle cinque finali consecutive nella stessa gara - i suoi 200 stile libero - come nessuna donna mai prima e alla pari solo di un altro mito come Phelps.

Ha chiuso perdendo, ammesso che un settimo posto possa essere considerato una sconfitta, ma con un sorriso grande così. A 33 anni quasi compiuti, circondata da avversarie che quando lei saliva sul podio ad Atene erano appena nate o poco più, dentro una gara di altissimo livello tecnico e agonistico. Qualcosa di inarrivabile per il fisico della Pellegrini, molto onesta nel descriverne sensazioni e stato in queste giornate della sua ultima Olimpiade. Sapeva lei stessa di non valere una medaglia e non ci sono state sorprese. Ma l'emozione è stata fortissima ugualmente.



Federica Pellegrini chiude con i cinque cerchi da Divina come è stata nel corso della sua carriera. Fuoriclasse assoluta, una delle pioniere della nuova generazione del nuoto azzurro rinato nel XXI secolo dopo le fatiche del XX. Longeva oltre ogni limite, capace di rigenerarsi anche nelle delusioni che pure ci sono state, come la cocente mancata vittoria a Londra 2012 in quella che, per età e maturità, doveva essere la sua Olimpiade più di Atene 2004 (argento) e Pechino 2008 (oro). Capace anche di portare se stessa e la sua disciplina in una dimensione diversa, legata a un personaggio che è stato tale anche lontana dalle piscine, nelle sue mille facce e attività.

Non ci saranno cambi di programma dopo Tokyo. Già essere partita per il Giappone, prolungando di un anno fatiche e privazioni, è stato un enorme regalo fatto a se stessa e allo sport italiano. Amica del numero uno del Coni, Giovanni Malagò, che ora la vorrebbe inserita al più presto in una carriera di politica sportiva, Federica ha pianificato con freddezza la sua uscita dall'attività agonistica. Avverrà nelle prossime settimane, giusto in tempo per metabolizzare le emozioni dell'ultima volta nei Giochi, le lacrime e le prime pagine, il ringraziamento del suo mondo che nel frattempo è andato avanti e ha visto nascere e crescere nuovi protagonisti.

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Giovanni Capuano