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Emanuela Orlandi, cosa dicono i nuovi documenti

Dal Vaticano emerge una pista diversa sulla sparizione della giovane. Accuse allo zio della ragazza, la replica della famiglia

Il Vaticano dopo 4 decenni di silenzi riapre il Caso Orlandi e punta il dito sulla sua famiglia. Tra i documenti inviati dal curatore del Vaticano Alessandro Diddi alla procura di Roma spuntano delle lettere che accusano Mario Meneguzzi, lo zio di Emanuela Orlandi di molestie nei confronti della sorella Natalina. Meneguzzi marito di Lucia Orlandi, sorella del padre di Emanuela, deceduto già da diversi anni è noto alle cronache per aver trattato durante la famosa telefonata con l’Amerikano, il presunto rapitore di Emanuela.

Meneguzzi: «Mi faccia almeno una proposta, no?»

Amerikano: «Allora, mi ascolti, funzionari del Vaticano non mancheranno di mettersi in contatto con lei, io le faccio i miei personali auguri che questo…»,

Nel carteggio della procura Vaticana infatti c'è uno scambio di lettere avvenuto nel settembre 1983, pochi mesi dopo la scomparsa della Orlandi. Il cardinale Agostino Casaroli, allora segretario di Stato Vaticano, scrisse ad un prelato che era stato confessore della famiglia Orlandi chiedendo se la sorella maggiore di Emanuela, Natalina, gli abbia mai rivelato di essere stata molestata dallo zio Mario Meneguzzi. Dalla Colombia arrivò la conferma che Natalina era stata oggetto di attenzioni da parte dello zio. «Le era stato intimato di tacere oppure avrebbe perso il lavoro alla Camera dei Deputati dove Meneguzzi, che gestiva il bar, la aveva fatta assumere».

Questo episodio era noto agli investigatori già negli anni Ottanta, ma fu una pista che molto probabilmente venne abbandonata perché non portò a nulla. Lo zio di Emanuela venne anche pedinato e secondo delle indiscrezioni era un collaboratore del Sisde, il Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica, per questo aveva consigliato al padre della Orlandi di affidarsi all’avvocato Gennaro Egidio perché il Sisde avrebbe pagato la parcella.

Inoltre il volto dello zio di Emanuela sarebbe compatibile con l’identikit della persona vista parlare con la Orlandi prima della scomparsa vicino al Senato, dove c'era la scuola di musica frequentata dalla giovane, ma quel giorno del 22 giugno 1983 secondo la testimonianza di Meneguzzi rilasciata davanti al giudice istruttore Ilario Martella nel 1985, non era a Roma ma a Torano di Borgorose nel reatino con la figlia Monica e la cognata Anna Orlandi.

Agostino Casaroli è stato un cardinale e arcivescovo cattolico e segretario di Stato Vaticano dal 1979 al 1990 e secondo Maurizio Abbatino uno dei componenti della banda della Magliana avrebbe avuto un legame con il loro sodalizio criminale: «Quando la banda era unita, a fine anni Settanta, organizzammo l’evasione di un ragazzo dal carcere minorile di Casal del Marmo. Avevamo potuto contare su un aiuto esterno. Quello di Agostino Casaroli, futuro segretario di Stato in Vaticano»-dichiarava in un’intervista qualche tempo fa.

Abbatino aveva raccontato infatti che Casaroli gli aprì la porta per farlo parlare con il giovane poi evaso e che Renato De Pedis capo della Bandaccia venne trasferito in un’ala meno dura del carcere di Rebibbia proprio dopo un intervento del Cardinale. De Pedis al di là delle testimonianze dei suoi sodali ritenute spesso inattendibili riposa dal 24 aprile 1990, nel cimitero di Sant’Apollinare a Roma ed è l’unico ad essere stato tumulato lì negli ultimi 100 anni circondato dai più importanti rappresentanti della Santa Sede.

La replica di Pietro Orlandi

Dura la replica di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela: «Sono arrabbiato, furioso. Hanno passato il limite come non mai e con l'avvocato Sgrò sto organizzando una conferenza stampa. Non possono scaricare le responsabilità di tutto su una famiglia. Non pensano ai parenti, ai figli? No, questa carognata non può passare così. Nessuno ha chiamato né me, né mia sorella, né i figli di mio zio. Mi auguro che questa commissione parlamentare parta e svergogni chi oggi miserabilmente ci ha infangato».

Pietro Orlandi pochi giorni fa è anche rimasto vittima di un atto vandalico. Qualcuno ha bucato le quattro gomme della sua auto e sono in corso le indagini della polizia per chiarire i motivi dell’accaduto.

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Linda Di Benedetto