Ogni Paese ha la legge elettorale che si merita
PAOLO CERRONI / Imagoeconomica
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Ogni Paese ha la legge elettorale che si merita

Dalla Legge Truffa all'Italicum, storia di un sistema fondamentale che i politici non rispettano

In tutte le democrazie, la legge elettorale rappresenta un segno di civiltà e di saggezza da parte dei propri legislatori tanto che, in ordine di importanza, essa è seconda soltanto alla Costituzione. Peccato, però, che questo piccolo particolare non si possa considerare per il nostro Paese.

Dal 1946 a oggi, infatti, l’Italia, e gli italiani, hanno avuto la sfortuna di aver a che fare con il meglio della fantasia legislativa dei governanti che si sono succeduti, proprio in materia di sistema elettorale. A conferma di ciò è che in queste ore si torna a parlare dell’argomento e su come dare la possibilità ai partiti, e non agli elettori, di come sperare di vincere facile. A quanto pare, l’Italicum partorito dal Patto del Nazareno, con il premio di maggioranza alla coalizione, sembra non essere più gradito al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che pensa adesso di modificarlo con un premio di maggioranza per la lista. Si potrebbe ipotizzare anche un premio di maggioranza per la persona.

Legge proporzionale
Nell’immediato dopoguerra, nonostante il fine democratico fosse comune a tutte le forze politiche, lo scontro tra le diverse anime fu più acceso che mai. Basta rileggere le dichiarazioni di Francesco Saverio Nitti che, il 23 febbraio 1946, attaccava la Consulta rea di aver approvato una legge elettorale proporzionale che: “in nessun Paese d’Europa esiste. L’elettore nove volte su dieci non conoscerà i suoi rappresentanti. Le liste saranno l’espressione della volontà dei partiti e dei loro segreti esecutivi che sceglieranno i candidati più utili, non i migliori…” Quando si dice parole profetiche.

Legge truffa
Trascorrono sei anni, e un Quarantotto di mezzo, e il problema della legge elettorale si ripropone in tutta la sua drammaticità. Mentre i democristiani, capeggiati da Alcide De Gasperi,danno sfogo alla loro creatività, icomunisti, guidati da Palmiro Togliatti, fanno barricate e l’editoriale di Ottavio Pastore apparso su l’Unità del 12 luglio 1952, inaugurerà la tradizione degli appellativi da abbinare alla seconda legge dello Stato e che, a dimostrazione della pessima considerazione nei confronti di uno dei pilastri della democrazia, si protrarrà sino ai nostri giorni: “hanno a loro disposizione il potere economico, la burocrazia, la stampa, la radio, le parrocchie, l’inferno e il paradiso. Hanno bisogno di una legge elettorale che chiamarla truffa è il meno che si possa dire”. La Domenica delle Palme del 1953 i democristiani riusciranno nel loro intento di far approvare la loro creatura in un Aula del Senato simile più a una bolgia dantesca che a un luogo di discussione ma, il 7 giugno dello stesso anno, le urne e gli italiani affosseranno impietosamente la Legge Truffa facendo naufragare definitivamente il sogno dello Scudo Crociato.

Mattarellum
Tempo un anno e i legislatori italiani, guidati da Pietro Nenni, archivieranno definitivamente quella esperienza con poche semplici righe “I punti I, II, III e IV della legge 31 marzo 1953 n. 148 sono abrogati” e, per evitare di impantanarsi nuovamente in arzigogolate formule algebriche, si deciderà di rispolverare l’usato sicuro, e cioè il metodo proporzionale del 1948 promettendo, però, una nuova legge prima della fine della legislatura. Peccato, però, che non fosse specificato a quale legislatura si riferissero e, infatti, si dovrà aspettare Tangentopoli e il 1993 con una classe politica, metà in Parlamento e metà a San Vittore, per averne una nuova. L’autore sarà il democristiano Sergio Mattarella e il nome, originalissimo, sarà Mattarellum. L’autore realizzerà un contorto sistema elettorale, maggioritario per il 75% e proporzionale per il rimanente 25%, con scorpori e sbarramenti degno della confusione più totale.

Porcata, anzi Porcellum
L’apoteosi arriverà nel 2005 con Roberto Calderoli da Bergamo che, dopo essersi profuso con tutte le forze nella realizzazione, battezzerà la sua creatura con queste parole: “l’ho scritta io ma è una porcata. Una porcata fatta volutamente per mettere in difficoltà una destra e una sinistra che devono fare i conti con il popolo che vota”. Ci vorrà il politologo Giovanni Sartori a rendere meno cacofonico il termine Porcata latinizzandolo con un più civile Porcellum. E, adesso, è arrivato il turno dell’Italicum.

Gli altri paesi
Tanto per avere un’idea di quello che avviene all’estero, quello che deve interessare non è il sistema di voto ma quando quel sistema ha avuto origine. Negli Stati Uniti d’America la legge elettorale risale al 1789, in Gran Bretagna al 1885, in Germania al 1949, in Francia al 1958 e in Spagna al 1977. Ma, soprattutto, in tutti i Paesi si chiama Legge elettorale.

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Sabino Labia

Laureato in Lettere all'Università "Aldo Moro" di Bari, specializzazione in "Storia del '900 europeo". Ho scritto tre libri. Con "Tumulti in Aula. Il Presidente sospende la seduta" ho raccontato la storia politica italiana attraverso le risse di Camera e Senato; con "Onorevoli. Le origini della Casta" ho dato una genesi ai privilegi dei politici. Da ultimo è arrivato "La scelta del Presidente. Cronache e retroscena dell'elezione del Capo dello Stato da De Nicola a Napolitano" un'indagine sugli intrighi dietro ogni elezione presidenziale

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