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Napoli, come cambia il codice d'onore dei boss di strada

Marco Pirone, ex autista di boss, spiega: "Un tempo la malavita aveva delle regole: donne e bambini non si toccavano. Oggi non è più così"

"Ancora una volta il sangue di una bambina macchia le strade e i vicoli stretti del quartiere di Forcella. Ieri, per fortuna, è stata solo ferita ad un piede ma in quella zona della periferia di Napoli stanno prendendo il sopravvento bande di giovanissimi boss che si “vestono” di carattere e sparano a chiunque".

Marco Pirone, ex autista di un boss oggi capotreno in servizio sulla Circumvesuviana, dopo l’episodio di ieri nel quale sono rimasti feriti una bimba di dieci anni e tre extracomunitari, spiega come è cambiata la malavita del napoletano e come sono cambiati i codici d'onore dei piccoli delinquenti di strada

Annalisa, uccisa tra i vicoli di Forcella
Era il 27 marzo del 2004, nel quartiere di Forcella, quando due killer cercarono di colpire Salvatore Giuliano, detto "O rosso", all'epoca poco più che diciannovenne, nipote dei fratelli Giuliano considerato vicino al boss Ciro Giuliano conosciuto come "O barone", ucciso poi in un agguato nel 2007, quando sbagliarono mira e colpirono a morte Annalisa.

“Annalisa prima di essere uccisa aveva ‘immortalato’ in un diario molte considerazioni sul degrado del suo quartiere - spiega Pirone - diceva: "Le strade mi fanno paura. Sono piene di scippi e rapine. Quartieri come i nostri sono a rischio". Ma anche: "Vorrei fuggire, a Napoli ho paura". E Annalisa non è riuscita a fuggire, anzi, è rimasta uccisa proprio da quella violenza che tanto la spaventava.

“Forcella non è cambiata. Anzi, forse è peggiorata" chiarisce Pirone. "Ma oggi a differenza del passato hanno preso il sopravvento giovani boss che non hanno una identità ma se la “creano” vestendosi di un carattere che non posseggono - prosegue Pirone – si esaltano da soli e si creano degli ideali che non esistono”.

Nessun "Codice d'onore"
Pirone, una vita passata tra i vicoli di Scampia, spiega come oggi non esista più nessuna regola. “Una volta i boss avevano un codice d’onore che veniva applicato in modo ferreo. Le donne e i bambini non venivano mai toccati. Ad esempio, a Secondigliano, un affiliato piazzò su ordine di un boss una bomba in un vicolo. Poi vide arrivare una ragazzina e corse a togliere quella bomba. Nel tentativo di proteggere quella ragazza, il mafioso perse entrambe le mani. Oggi, non sarebbe mai accaduto. Non avrebbero mai tolto la bomba e quella bambina sarebbe morta”.

Le associazioni di volontariato possono cambiare Napoli
Napoli è, dunque, destinata a rimanere la città dove i boss “sparano” in strada? “No, ma serve un impegno concreto da parte dello Stato e delle associazioni. Scampia è molto migliorata - conclude Marco Pirone – anche se sarà difficile estirpare completamente la cultura mafiosa, ma una forte presenza di associazioni sportive, culturali che tolgono i bambini dalla strada e danno loro un obiettivo di vita e degli ideali sani, assieme ovviamente alla presenza dello Stato, possono riuscire a cambiare il volto di questa città. Napoli è una città bellissima con tanta cultura e tantissime persone oneste che proprio come Annalisa Durante soffrono, in silenzio, di questa situazione”.

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ANSA/ CIRO FUSCO
Spari a Napoli, bimba 10 anni ferita a un piede. 4 gennaio 2017

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Nadia Francalacci