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Vertice Ue sui migranti: chiesta una proroga dei controlli alle frontiere

Conclusa ad Amsterdam la prima giornata del Consiglio informale dei ministri dell'Interno: "Schengen è salvo, per ora", il commento di Alfano

Alcuni dei Paesi che hanno reintrodotto i controlli alle frontiere per gestire l'emergenza migranti, hanno chiesto alla Commissione europea di avviare la procedura per trovare il quadro giuridico e pratico che consenta il prolungamento di tali controlli: lo ha riferito al termine della prima giornata ad Amsterdam del Consiglio informale Affari interni della UE il segretario di Stato olandese Klaas Dijkhoff, responsabile di Giustizia e Sicurezza del governo che ha la presidenza semestrale del Consiglio europeo.

"Gli Stati hanno chiesto alla Commissione di preparare il quadro pratico e giuridico per l'attivazione dell'articolo 26 del codice Schengen", ha specificato Dijkhoff. Questo significa che, secondo quanto previsto dal regolamento, la Commissione potrà concedere ai Paesi richiedenti (a partire da Austria e Germania, in cui i controlli temporanei alle frontiere scadranno nel prossimo mese di maggio) proroghe condizionate di sei mesi ciascuna fino a un massimo di 2 anni.

Le opinioni dei diversi ministri

Austria: "Schengen sta per saltare". Questa la dichiarazione della ministra dell'Interno austriaca Johanna Mickl-Leitner ad Amsterdam. Che ha aggiunto: "Ciascuno è consapevole che l'esistenza dello spazio Schengen è in bilico, e che deve succedere qualcosa velocemente".

Grecia: "UE lenta a reagire". Il ministro greco per l'Immigrazione, Yannis Mouzalas, ha risposto alle accuse mosse da alcuni Paesi dell'Ue sulla gestione del flusso migratorio in arrivo accusando gli altri 27 membri del blocco di non offrire l'aiuto giusto, rendendo così impossibile la gestione dell'emergenza. In particolare, secondo Atene i Paesi dell'UE sono stati troppo lenti nella risposta sotto diversi aspetti: finanziamenti alle guardie di frontiera, equipaggiamento per il rilevamento delle impronte digitali, rifornimento di ambulanze e letti. Inoltre, il ministro greco per l'Ordine pubblico, Nikos Toskas, ha sottolineato che "è molto difficile fermare piccole imbarcazioni che arrivano, se non affondandole o sparando loro contro, il che è contro i nostri valori europei e contro i valori greci e quindi non lo faremo".

Spagna: "Isolare la Grecia non è una soluzione". "Bisogna aiutare i Paesi di origine e di transito", mentre "blindare uno Stato membro non è il modo migliore di rispondere alla situazione": questa l'opinione di Jorge Fernández-Díaz, ministro dell'Interno spagnbolo. Secondo il quale, "un conto è aiutare e stabilire misure straordinarie, temporanee", mentre diverso è pensare di istituire un corpo permanente di guardie di frontiera, "che non è lo strumento adeguato" perché il controllo delle frontiere spetta ai Paesi ed è un tema che riguarda la sovranità nazionale.

Germania: "La Grecia deve fare i compiti". "Noi eserciteremo pressione sulla Grecia affinché faccia i suoi compiti", così il ministro dell'Interno tedesco Thomas de Maiziere al suo ingresso alla riunione Ue. "Vedremo a che risultati si arriverà nelle prossime settimane. Vogliamo mantenere Schengen e vogliamo soluzioni comuni europee, ma il tempo stringe".

Italia: "Schengen è salva, per ora". "Alla fine di questa giornata di lavoro Schengen è salva, per ora. Abbiamo poche settimane per evitare che si dissolva tra gli egoismi nazionali": questo il commento del ministro dell'Interno Angelino Alfano al termine della riunione Ue. "A tutti quelli che credono che per l'Italia la soluzione sia chiudere Schengen", ha quindi aggiunto Alfano, "al di là dei principi generali chiedo se si rendono conto oppure no che non possiamo mettere il filo spinato nel mar Mediterraneo e nemmeno nell'Adriatico... Il danno economico sarebbe enorme".



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