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Maturità 2018: un errore nella versione di greco

Il testo di Aristotele per la maturità classica conteneva un grave refuso. La rettifica del MIUR

UPDATE: Questo articolo è stato pubblicato il giorno 21 giugno. È stato poi aggiornato il giorno 22 quando è arrivata la rettifica del MIUR che volentieri pubblichiamo a seguire insieme alla replica del docente di greco che ha parlato con Panorama.it.

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Un testo non soltanto particolarmente difficile, ma perfino contenente errori di trascrizione rispetto all’originale, scritto da Aristotele nel quarto secolo avanti Cristo. È questo il drastico giudizio di un noto professore milanese di greco nei confronti della seconda prova della maturità per il Liceo classico, che si è appena conclusa.

Questa è la terza volta in quarant’anni, dopo il 1978 e il 2012, che per la maturità classica viene scelto un brano di Aristotele. Agli studenti è stata richiesta la traduzione dell’incipit del libro VIII dell’Etica Nicomachea di Aristotele: un testo particolarmente lungo (17 righe) e complesso, che come tema affronta “l’importanza fondamentale dell’amicizia”.

“Ma si tratta soprattutto di un brano nettamente al di sopra della media competenza di un qualsiasi studente di liceo” sostiene il professore. “Il testo infatti è tratto da una raccolta di appunti, destinati ai discepoli di Aristotele. Proprio poiché sono appunti, però, la struttura delle frasi è estremamente semplificata: mancano alcuni verbi; qua e là ci sono repentini cambiamenti di soggetto; e in più c’è un oscuro riferimento a testi omerici. Insomma, è un brano che ha una sintassi frantumata, frammentaria: con tutto il rispetto dovuto ad Aristotele, si potrebbe dire sgangherata”.

Ma non è questa l’accusa più grave. Con i suoi colleghi, infatti, il professore ha scoperto che il testo distribuito stamattina conteneva almeno un errore. E un errore grave: “Dopo un soggetto, per di più oscuro perché fa implicito riferimento a un brano di Omero, nel testo compare un punto che nella versione originale non esiste”.

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Il punto sbagliato, ovviamente, ha creato un disastroso ostacolo di comprensione in più per gli studenti, perché separava il soggetto dal successivo predicato verbale. Il professore conferma: “Anche noi docenti, quando stamattina ci siamo esercitati nella traduzione del brano, siamo rimasti sconcertati. Abbiamo risolto l’enigma andando a verificare il testo corretto nella versione più accreditata, quella dell’Oxford classical texts, dove per fortuna gli errori non esistono”.

Ma non finisce qui, perché nel testo pare mancherebbe anche una virgola. Insomma, un vero… pianto greco. Il professore passa quindi a rimproverare il ministro dell’Istruzione. Le critiche sono due: “Primo: il Miur dovrebbe utilizzare testi validi, e non dovrebbe scaricare le versioni da internet; se lo fa per risparmiare, almeno qualcuno dovrebbe verificare la rispondenza della versione scelta con testi critici affidabili, accurati, corretti. Secondo: non è giusto che l’esame di maturità per i licei classici si svolga per tanti anni su prove di latino spesso banali e facili, inframmezzate invece da pochi casi di prove dal greco sempre più complesse e difficili”.

Infine il prof lancia un sospetto: “Viene da pensare che l’episodio nasconda una vecchia strategia” dice. “L’obiettivo di una traduzione impossibile come questa è dimostrare che nei licei classici nessuno è più in grado di tradurre dal greco, e che quindi il greco dovrebbe essere abolito”. Si prevedono polemiche.

La risposta del MIUR

Maturità, nessun errore nella versione di greco

Con riferimento all’articolo dal titolo “Maturità 2018: un errore nella versione di greco” pubblicato sul vostro sito in data 21 giugno, in cui una fonte anonima segnala la presenza di “un punto che nella versione originale non esiste”, il MIUR smentisce l’esistenza del presunto errore.

Nello specifico, il testo proposto è conforme all’edizione critica a cura di I. Bywater, Oxford, Clarendon Press, 1894, più volte ristampata. Nessuna versione scaricata da Internet, come riportato erroneamente nell’articolo. In particolare, per la citazione omerica (Iliade X 224), che viene inserita come un detto quasi proverbiale, l’utilizzo che ne fa Aristotele implica la scelta di lasciare la frase in sospeso, aggiungendo poi il suo commento (“e infatti costoro risultano maggiormente in grado di pensare e di agire”).

Quanto alla scelta di proporre un brano tratto da Aristotele, il Ministero precisa che questa è coerente con il quadro delle Indicazioni nazionali fornite per il quinto anno dei Licei classici. Sia per quanto concerne le competenze linguistiche, sia per quel che riguarda gli approfondimenti culturali (il nome di Aristotele compare fra i testi che si auspica possano essere oggetto di lettura antologica in lingua originale).

Appare poi destituita di ogni fondamento l’illazione secondo la quale, si legge nell’articolo, “viene da pensare che l’episodio nasconda una vecchia strategia […] L’obiettivo di una traduzione impossibile come questa è dimostrare che nei licei classici nessuno è più in grado di tradurre dal greco, e che quindi il greco dovrebbe essere abolito”. Il Ministero è invece fortemente impegnato nel rilancio della cultura umanistica. A riprova di ciò, tra le tante iniziative, si ricordano la creazione di un portale dedicato alla diffusione delle buone pratiche nei Licei Classici e il sostegno all'organizzazione delle "Notti del Liceo Classico", che coinvolge quasi 400 Licei in tutta Italia.


La replica del docente di greco

Risponde il professore che ha parlato con Panorama.it:

1) È curioso che nel 2018 si consulti un'edizione critica del 1894, per quanto autorevole.

2) La punteggiatura non è di Aristotele, ma è stata creata dai filologi moderni secondo le regole della punteggiatura oggi vigenti (e leggermente diverse da Paese a Paese). Si può discutere quindi sulla presenza del punto, e dove collocarlo; ma se si lascia il punto sarebbe allora opportuno aggiungere anche tre puntini di sospensione per indicare che la frase resta sospesa. Infatti, Marcello Zanatta, autorevole traduttore dell'Etica Nicomachea, per rendere comprensibile la traduzione traduce: "Quando due uomini vanno insieme...". Va detto che chiedere tutto ciò a uno studente liceale è forse un po' troppo. Poiché questo brano così complesso doveva però essere pensato esclusivamente in funzione della fruibilità studentesca, allora sarebbe stato più utile e corretto non mettere il punto, che Aristotele non aveva messo, e lasciare la citazione omerica come soggetto della preposizione seguente: “Andando insieme si è, infatti, più capaci sia di pensare sia di agire".

3) Non è stata messa in questione la liceità della scelta di Aristotele, ma la sua opportunità. In linea di principio, gli studenti dovrebbero essere in grado di tradurre ogni autore, ogni passo. In realtà questa è soltanto un’illusione. Esistono tanti brani greci (di Aristotele e di altri autori) con minore coefficiente di difficoltà e in linea con la preparazione media degli studenti. Una preparazione che è sempre meno "ferrata", stante la linea morbida adottata nel corso del quinquennio.

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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