Mafia, in manette i fedelissimi del boss Sutera a Sambuca di Sicilia
Nel paese appena eletto "Borgo più bello d'Italia", i carabinieri hanno arrestato 7 gregari dell'uomo considerato vicino a Matteo Messina Denaro
Il cerchio si stringe. Settimana dopo settimana i carabinieri del Ros stanno decimando i vertici delle cosche mafiose che hanno il ruolo di “cuscinetto” nella latitanza di Matteo Messina Denaro.
Questa mattina, con l’operazione "Triokola" dal nome antico di Caltabellotta in provincia di Agrigento, paese da dove è partita l'inchiesta, sono finiti i carcere i “bonificatori”, sette gregari che avevano il compito di “bonificare” le campagne della zona di Sambuca per consentire gli incontri di esponenti mafiosi con Leo Sutera.
Leo Sutera detto "il professore", è considerato il principale esponente del mandamento mafioso di Sambuca di Sicilia (paese appena nominato "Borgo più bello d'Italia")e ritenuto fra il 2010 e 2012, il capo indiscusso della provincia di Agrigento e ovviamente, considerato dagli investigatori, uomo vicino a Messina Denaro.
Ma nonostante la partita a scacchi che i fiancheggiatori hanno provato a giocare con i carabinieri del Ros, gli investigatori sono riusciti a documentare, con microspie e telecamere, una serie di incontri riservati fra il boss Sutera ed esponenti mafiosi delle province di Agrigento e Palermo.
Mai in luoghi chiusi
Gli incontri non avvenivano mai nello stesso luogo, mai all'interno di fabbricati e, come ulteriore esasperata forma di prudenza, i partecipanti erano soliti camminare per i campi allo scopo di neutralizzare l'eventuale presenza di microspie.
Leo Sutera era stato arrestato nel giugno del 2012 e condannato a 4 anni di reclusione per associazione mafiosa. Poi una volta uscito dal carcere si era creato un collaudato e fedele circuito di favoreggiatori incaricato di procedere ai sopralluoghi nell'area scelta per gli incontri.
Insomma, aveva costituito un gruppo che aveva il compito di creargli una cintura di sicurezza della zona e prelevare i partecipanti da portare al cospetto del capo mafia.
La 'cerniera' di sicurezza e i pizzini
Le indagini hanno consentito di individuare gli assetti di vertice del sodalizio mafioso agrigentino e documentare il ruolo di cerniera svolto nei confronti delle articolazioni di Cosa Nostra operanti nella Sicilia occidentale e soprattutto il loro ruolo di collegamento con il latitante Matteo Messina Denaro. Non solo. Il blitz "Triokola", ha permesso di documentare come gli indagati si avvalessero del consueto e sperimentato metodo dei "pizzini" per comunicare tra loro e dell’esistenza di un canale di collegamento tra il boss Leo Sutera ed il super latitante Messina Denaro.
I "bonificatori"
I 7 arrestati, per associazione mafiosa, sono: Giuseppe Genova, inteso "Salvatore", 51 anni, ritenuto il capo della famiglia mafiosa di Burgio (Ag); Andrea La Puma, 69 anni, ritenuto uomo di fiducia di Leo Sutera, ed il figlio Salvatore La Puma di 40 anni.
A Sambuca di Sicilia (Ag) sono stati, invece, arrestati: Gaspare Ciaccio di 32 anni, Vincenzo Buscemi di 64 anni e Luigi Alberto La Sala di 32 anni. Ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata anche a Massimo Tarantino, 45 anni, già detenuto per altra causa.
Gli incontri del professore
I carabinieri hanno documentato gli incontri di Leo Sutera con Salvatore Genova, Cosimo Michele Sciarabba, uomo d'onore della famiglia di Misilmeri, provincia di Palermo, figlio di Salvatore e già reggente della famiglia di Misilmeri e del mandamento di Belmonte Mezzagno-Misilmeri dopo l'arresto del capo mandamento Benedetto Spera, e con Gaetano Maranzano uomo d'onore della famiglia di Palermo - Cruillas.
Le decisioni del Tribunale del Riesame
20/04/2016: Quattro delle sette misure di custodia cautelare in carcere, che lo scorso primo aprile fecero scattare l'operazione antimafia "Triokola", sono state annullate dai giudici del tribunale del Riesame di Palermo. Disposta la scarcerazione per Vincenzo Buscemi, 63 anni; Gaspare Ciaccio di 32 anni e Luigi Alberto La Sala, 32 anni, tutti di Sambuca di Sicilia (Ag). Misura annullata anche per Massimo Tarantino, 44 anni, sempre di Sambuca, che pero' rimane in carcere perche' indagato in un'altra inchiesta, della Procura di Sciacca (Ag), su rapine in banca.