Madri che uccidono i figli: 20 anni di follia
Ansa
News

Madri che uccidono i figli: 20 anni di follia

Dopo i pesanti indizi e le accuse a Veronica, la mamma di Loris, i principali casi di infanticidio dal 1988 ad oggi

La mamma di Lecco


Un mix di rabbia, solitudine, vendetta e depressione, invece, ha spinto Edlia Dobrushi,una madre di 37 anni, a uccidere a coltellate le sue tre figlie di 3, 10 e 13 anni. È successo a Lecco, il 9 marzo scorso. La mamma di origini albanesi, da pochi mesi abbandonata dal marito per un’altra donna, ha cercato, dopo il folle gesto, di togliersi la vita. Ma non ci è riuscita. Prima di essere operata, interrogata dal pm, ha confessato: "L'ho fatto perché sono disperata". Alla base della strage, non solo l’amore finito con il compagno e padre delle tre bambine ma anche gravissimi problemi economici.

Il caso di Ostia



12 febbraio 1988. Muoiono nella vasca da bagno in un appartamento di Ostia due fratellini, di uno e cinque anni.

Tutto lascia supporre che si tratti di una disgrazia, ma il 9 marzo del '91, anche il terzo figlio di una madre 39 enne, di appena otto mesi, muore nelle medesime circostanze. La donna tenta il suicidio ma non ci riesce.

La depressione



29 aprile 1997. A Foggia, una donna di 35 anni che soffriva da tempo di crisi depressive strangola i due figli di 5 e 8 anni. Poi mette i loro corpi su un lettino con le mani congiunte e si uccide impiccandosi.

La strage di Montecassiano



30 agosto 1997. A Montecassiano una donna di 37 anni, uccide i due figlioletti, un maschio di tre anni e una femmina di sei, strangolandoli e annegandoli. Lei si suiciderà impiccandosi con una corda a una ringhiera.

Il caso di Caserta



11 agosto 2000. A Caserta una maestra di 36 anni in crisi depressiva, si uccide con le tre figlie di sei, due e un anno, saturando l'interno della macchina con i gas di scarico.

In provincia di Roma


29 giugno 2001. A Palombara Sabina (Roma), una donna macedone di 36 anni, sposata con un italiano, uccide con 30 coltellate i suoi due figli di 6 e 5 anni.

Il caso Cogne


30 gennaio 2002. In una villetta di Montroz a Cogne viene massacrato il piccolo Samuele Lorenzi. I soccorritori, chiamati dalla madre, Annamaria Franzoni, lo trovano agonizzante con gravissime ferite alla testa. Samuele morirà poco dopo, durante il trasporto in ospedale. La madre viene accusata dell’omicidio ma nega ma, al termine dei tre gradi di processo, viene riconosciuta colpevole con sentenza definitiva dalla Corte di Cassazione.

La bambina nella lavatrice


12 maggio 2002. Una madre uccide la propria bambina mettendola nella lavatrice. È accaduto a Madonna dei Monti, frazione di Santa Caterina Valfurva, in Valtellina. Una donna di 31 anni, apre lo sportello la lavatrice e adagia il corpo della figlia di 8 mesi nel cestello. Poi chiude la sportello e azione un ciclo completo di lavaggio. A trovare il cadavere, nella lavatrice, è il padre della bambina.

In ospedale


3 giugno 2003. Una madre uccide la figlia di tre mesi affogandola nel water dell’ospedale dove era ricoverata. L’assassina è una donna peruviana di 29 anni che durante un raptus strangola e poi affoga nel bagno dell’ospedale di Desio, Milano, la figlia che era ricoverata per una caduta dalla carrozzina.

La morte con il nastro adesivo



7 luglio 2004. A Vieste, in provincia di Foggia una casalinga uccide i suoi due figli, una bambina di 5 anni e un maschietto di quasi 2, soffocandoli con del nastro adesivo. Poi si suicida nello stesso modo.

Uccide mentre gli fa il bagnetto



18 maggio 2005. In provincia di Lecco una mamma di 29 anni racconta di essere stata aggredita in casa mentre faceva il bagno al figlio di 5 anni. Durante l’aggressione, mentre lei si stava difendendo, il bambino sarebbe scivolato nell’acqua e sarebbe morto. La notizia però si rivelerà falsa. Ad uccidere il piccolo era stata la donna che due settimane dopo, confessa.

Accoltella la figlia neonata


17 marzo 2005. Una neonata di due mesi viene trovata uccisa con una coltellata nella casa della Romanina, a Roma, dove vive con i genitori: anche qui la madre, 23 anni, dopo averla uccisa tenta il suicidio.

Un raptus

8 settembre 2005. A Merano un bambino di quattro anni viene ucciso a coltellate dalla madre mentre stava facendo colazione con pane e marmellata. La donna, 39 anni, tenterà il suicidio gettandosi da una finestra del secondo piano del commissariato di polizia durante l’interrogatorio. Quando gli investigatori arrivarono sul posto si trovano davanti una scena agghiacciante: il bambino giaceva in una pozza di sangue nella cucina dell’appartamento. Sul tavolo furono trovati ancora i resti della prima colazione con un panino con la marmellata appena iniziato

Il cavo elettrico


20 luglio 2009 - A Parabiago, in provincia di Milano, un’altra mamma uccide il figlio di 4 anni, strangolandolo con un cavo elettrico. La donna, 36 anni, soffriva di depressione ed era in cura in un centro psicosociale della zona. A trovare il piccolo, agonizzante, sono la nonna e la zia del piccolo. La mamma fu trovata a vegliare il cadavere del bimbo in stato di shock.

Il cavo del cellulare


26 aprile 2009. A Genova una madre di 35 anni uccide il proprio bambino di appena 19 giorni con il cavetto di alimentazione del cellulare. Poi si suicida. La donna viveva da sola con il figlio e soffriva di depressione post-partum

Ancora la depressione


24 settembre 2009. In provincia Bologna, una madre di 36 anni accoltella i due figli, un bambino di sei anni e una bambina di cinque. Poi si suicida gettandosi dalla terrazza della sua abitazione, al secondo piano di una palazzina a Castenaso. I carabinieri trovano i corpi dei due piccoli sul letto matrimoniale. La donna soffriva di depressione per la separazione dal marito.

La scoperta del marito


19 febbraio 2010. A Venezia una donna di 47 anni uccide il figlio, un bimbo di appena sei anni, soffocandolo nel suo letto. Poi si uccide, impiccandosi. A scoprire i corpi è il marito, un 51enne.

La gita in pedalò


22 ottobre 2011. A Grosseto viene arrestata la mamma di un bambino di 16 mesi morto annegato durante una gita in pedalò nelle acque della Feniglia. La madre parla di una disgrazia ma poi gli investigatori accerteranno che ad uccidere il piccolo è stata la madre.

La lunga strage del 2013


25 ottobre 2013. In provincia di Lecco, ad Abbadia Lariana, una donna uccide il figlio di tre anni. Lei 25 enne originaria della Costa d’Avorio, uccide il primo dei suoi due figli infierendo più volte sul corpo.

..in Calabria

6 marzo 2013. In Calabria una madre di 43 anni uccide il figlio di 11 anni con un paio di forbici. La donna ha fatto uscire prima del termine delle lezioni  il figlio da scuola, lo ha portato in una zona di montagna e poi lo ha sgozzato. Successivamente ha tentato, senza riuscirci, di togliersi la vita

Una morte atroce


4 Aprile 2013. Uccide la figlia di tre anni facendole bere del diserbante. Poi lascia un biglietto: “Benedetta la porto via con me”. E la donna si è gettata dal secondo piano. La bambina è morta presto, probabilmente tra atroci dolori. La donna 32 anni, di Carovigno, morirà il giorno dopo in ospedale.

Due vittime


21 aprile 2013. Una dentista di 36 anni e la figlia sono state trovate senza vita nella camera da letto della piccola. A ritrovare i due corpi il marito al rientro da una giornata di lavoro. Un omicidio-suicidio: prima la donna ha accoltellato la figlia e poi si è tolta la vita, tagliandosi la gola.

I più letti

avatar-icon

Nadia Francalacci