Lettieri punta su Napoli. De Magistris già la rinnega
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Lettieri punta su Napoli. De Magistris già la rinnega

I favoriti a sindaco aprono la campagna elettorale. E se l’imprenditore parla della crisi della sua città, l’ex pm si immagina come leader nazionale

A Milano la partita, apertissima, è tra il renziano Beppe Sala e il civico di centrodestra Stefano Parisi. Roma, invece, sta rimescolando le sue carte elettorali dopo l’endorsement di Silvio Berlusconi in favore di Alfio Marchini. E Napoli? Cosa sta avvenendo in vista del voto di giugno?

Premessa: per oscuri motivi, il circuito mediatico sta sottovalutando la campagna elettorale nella capitale del Mezzogiorno d’Italia. Eppure proprio nel laboratorio politico vesuviano - stando almeno ai sondaggi - sembra palesarsi «la nuova Italia» elettorale.

Per cominciare, si intravede già al primo turno la sconfitta del Partito democratico di Matteo Renzi. Non solo, sempre a Napoli, la città sulla quale naviga la meglio gioventù grillina (da Luigi Di Maio a Roberto Fico, e non solo), il Movimento 5 Stelle viene addirittura accreditato di una catastrofe: i grillini non dovrebbero superare il 15 per cento dei consensi.

 Perciò, secondo le rilevazioni dei migliori istituti demoscopici, a giocarsi Palazzo Santa Lucia sono al momento l’imprenditore Gianni Lettieri (centrodestra più liste civiche) e l’uscente Luigi de Magistris (sinistra dura e pura). Nei sondaggi i due sarebbero divisi da un’incollatura anche nel secondo turno elettorale: la differenza è tra l’1 e il 2 per cento del totale degli interpellati. Insomma, la vittoria si gioca sul filo di poche centinaia di voti.

Fatto sta che nella città partenopea sembra manifestarsi il primo embrione del superamento del duopolio Pd-M5S, partiti che fino a poche settimane fa sembravano essere gli unici protagonisti del panorama politico italiano. E che a Napoli, tuttavia, rischiano seriamente di diventare marginali. La ragione è evidente: il voto di protesta comincia a colpire loro più degli altri.

 

Non a caso, Lettieri e de Magistris sono entrambi molto distanti dal renzismo e dal grillismo. I due, inoltre, sono ancora più distanti tra loro. Per chi avesse ancora dubbi, le parole procunciate sabato 30 aprile, durante le rispettive aperture di campagne elettorali, certifica ufficialmente il divario abissale tra i due.

«Non sarò il sindaco di Napoli, sarò il sindaco di ogni quartiere», ha spiegato Lettieri, con la sua riconosciuta (da tutti, anche dagli avversari) ambizione di occuparsi esclusivamente della sua città, anche delle sue zone nascoste alla vista dei turisti; in sintesi, il candidato-imprenditore chiede (anche) ai delusi da Grillo e Renzi di votarlo per cambiare la Storia di Napoli, città in preda a una deriva conclamata e certificata agli occhi di tutti gli osservatori indipendenti.

 «Dopo il 5 giugno nascerà un soggetto politico nuovo e io mi metterò alla testa di questo movimento», ha annunciato invece de Magistris, con la sua riconosciuta (da tutti, anzitutto da se stesso) ambizione di usare il municipio per lanciarsi sul palcoscenico politico nazionale. E già, perché all’ex pm importa poco o nulla della sua città. Lo si è visto negli ultimi cinque anni, impiegati più a cercare spazio sui media che a governare.

La ragione è chiara: Giggino punta a diventare il leader italiano degli antagonisti di sinistra. Auguri, ma Napoli ha il disperato bisogno di un sindaco vero e tempo pieno.

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Dario Borriello