Caso Stacchio: il benzinaio sparò per legittima difesa
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Caso Stacchio: il benzinaio sparò per legittima difesa

Uno dei suoi avvocati difensori, Lino Roetta spiega perché, dopo i risultati delle perizie, le accuse potrebbero essere archiviate

Fu legittima difesa. Adesso ne sono sicuri. E con questa certezza hanno chiesto l'archiviazione del procedimento per eccesso colposo di legittima difesa i difensori di Graziano Stacchio, il benzinaio di Ponte di Nanto, paese in provincia di Vicenza, che la sera del 3 febbraio scorso, sparò ad un gruppo di banditi mentre stavano compiendo una rapina nella gioielleria accanto al suo esercizio commerciale.

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Durante l’assalto al negozio dell’orafo Zancan, Stacchio impugna la sua pistola che detiene regolarmente, e nel tentativo di metterli in fuga ne ferisce uno che morirà pochi minuti dopo per shock emorragico mentre si sta allontanando dal luogo della rapina.

“Graziano Stacchio ha agito per legittima difesa, la sua posizione va archiviata- spiega a Panorama.it  uno dei legali del benzinaio, Lino Roetta – non esistono i presupposti per l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Albano Cassol, il nomade trevigiano di 41 anni, secondo i rilievi balistici dei Ris ha intersecato la traiettoria di uno dei quattro colpi sparati da Stacchio”.

Avvocato, sia più preciso…
“Secondo i rilievi dei Ris, la cui relazione è stata secretata dal pubblico ministero e soprattutto in base ai risultati autoptici, il colpo mortale che ha raggiunto il rapinatore ha seguito una traiettoria parallela al manto stradale e avrebbe colpito Cassol poco più in alto del ginocchio, quindi non in una zona da considerarsi “letale”. In sostanza, quel proiettile era stato sparato dal benzinaio in direzione del motore dell’auto dei rapinatori proprio come gli altri tre colpi. Nel caso del quarto colpo, però, Cassol si è trovato nella sua traiettoria ed è stato colpito”.

Dunque sia i Ris che il medico legale confermano ciò che ha sempre sostenuto il suo assistito…
Certo, Stacchio ha sempre detto di non aver sparato per uccidere ma solo in direzione del motore dell’auto e il foro d’entrata del proiettile nella gamba dell’uomo lo ha dimostrato chiaramente. E’ proprio su queste basi che abbiamo chiesto l’archiviazione al pm. Non si può parlare di eccesso colposo di legittima difesa”. 

A sostenere la tesi degli avvocati di Stacchio anche i filmati delle telecamere che hanno ripreso la dinamica della rapina. Intanto, a sei mesi di distanza, i complici del rapinatore sono ancora senza un volto e un nome. Ma i carabinieri di Vicenza non hanno mai interrotto le indagini.

Da sinistra, il gioielliere vittima della rapina di Ponte di Barbarano (Vicenza), Roberto Zancan (col giubbotto scuro), e il figlio del benzinaio che sparato, Enrico Stacchio. Vicenza, 4 febbraio 2015. ANSA/TIZIANO BULLATO

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Nadia Francalacci