Le promesse delle slides di Renzi
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Le promesse delle slides di Renzi

Cartello per cartello, cosa ha annunciato il premier, e cosa effettivamente accade con il Def

L’errore è stato mettere il 12 marzo certe promesse nero su bianco, con tanto di cifre e date di scadenza. Sul momento questo ha prodotto una meraviglia generale per lo stile di Matteo Renzi. Ma poi arriva il confronto di quelle slide con gli atti formali di governo. Il momento è arrivato con il varo del Documento di economia e finanza (Def), ossia la piantina stradale delle politiche economiche dei prossimi tre anni.

Mettere i due testi uno accanto all’altro per scoprire le eventuali differenze (o qualche formulazione volutamente generica per mascherarle) è un esercizio tutt’altro che indolore per la credibilità del presidente del Consiglio. A segnalarlo è stato anzitutto il "fuoco amico" del think tank Lavoce.info con quattro domandine semplici a firma del fondatore Tito Boeri, su temi come i veri conti della spending review, il costo del taglio al cuneo fiscale e la sua sostenibilità nel tempo, la reale portata delle riforme sul lavoro. Ma i punti critici sono in realtà molti di più.

La percezione diffusa è che la direzione di marcia sia per diversi aspetti quella giusta, ma dubbi e perplessità sui tempi e sui modi cominciano a circolare anche fra le parti sociali, per cui la scarsa chiarezza sugli impegni presi da Renzi equivale a un’incertezza di fondo su ciò che bisogna attendersi in futuro. Ed ecco, slide per slide, a che punto sono le promesse di Renzi.

Ansa

Lo stesso fondo "venduto" due volte

Con la slide sulle risorse per il credito alle piccole e medie imprese Renzi si è limitato a promettere un rafforzamento del fondo di garanzia, senza comunicare cifre né scadenze, ma sembra ugualmente essersi preso qualche libertà di troppo nella comunicazione. È il Def a denunciare l’ambiguità dell’annuncio del 12 marzo, con la quantificazione in 670 milioni delle risorse destinate al fondo. Poiché la stessa cifra (669 per l’esattezza) è indicata nella legge di Stabilità approvata a dicembre durante il governo precedente, sembra evidente (a meno di spiegazioni ulteriori che suggeriscano una lettura diversa) che risorse nuove non ce ne sono. In questo caso Renzi si è semplicemente "rivenduto" i soldi già stanziati da Letta.

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Stefano Caviglia