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ANSA/ MAURIZIO BRAMBATTI
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Ius Soli: le due condizioni perché la legge passi al Senato

Servono le modifiche chieste da AP e i voti dei verdiniani. Così sul provvedimento cardine della sinistra renziana si riaccende l'attenzione

Sono ormai 90 i Parlamentari che hanno aderito allo sciopero della fame in nome dell'approvazione dello Ius Soli, la legge che prevede il diritto alla cittadinanza per i figli di immigrati residenti in Italia. Compreso il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio. E c'è chi inizia a fare la conta dei numeri in Senato dove la legge si è arenata dopo l'approvazione alla Camera. 

I voti che servono

Era stato il premier Paolo Gentiloni, dopo l'ennesimo rinvio nella calendarizzazione in Aula, a prendere "l'impegno" a verificare "in autunno" la possibilità di approvare lo ius soli. Un'impresa ardua perché il provvedimento sulla cittadinanza agli stranieri è possibile solo con il voto di fiducia vista la mole di quasi 5mila emendamenti che impedirebbero l'approvazione nell'ultimo scorcio di legislatura. Per farla passare serve la maggioranza assoluta: 161 voti su 320. Per ora, la conta dei numeri vede 157 voti a favore. Cifra non impossibile da raggiungere. Soprattutto se, come pare, molti esponenti di Ala, il partito di Denis Verdini, sono pronti a votare a favore.

La posizione di Ap

Ma più semplice e agevole sarebbe riuscire a recuperare i voti di AP, il partito di cui fa parte il Ministro Angelino Alfano. Non a caso il ministro Anna Finocchiaro ha avviato contatti informali con i gruppi, in particolare proprio con Ap, per tentare di ammorbidire il loro "no" alla legge mediante l'inserimento di qualche variazione. Anche se ufficialmente Ap dice di non aver cambiato idea, una minoranza dei centristi non è così contraria. E vorrebbe lavorare ad una mediazione. "Sulle nostre proposte - spiega la senatrice Simona Vicari - abbiamo ricevuto informalmente dei riscontri. Ho parlato con il ministro Anna Finocchiaro e abbiamo capito che se ci daranno la possibilità di andare un minimo avanti e non fare tristi battaglie elettorali ce la possiamo fare". Il punto per superare le "barricate" sarebbe accentuare l'aspetto che lega la cittadinanza dei bambini al percorso scolastico più che alla nascita.

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