
Bruxelles, 23 marzo 2016, un agente vicino alla fermata della metropolitana di Maalbeek

Bruxelles, 23 marzo 2013: il trasporto delle salme delle vittime dell’attentato alla stazione del metro di Maalbeek

Bruxelles, 23 marzo 2016, i giornali il giorno dopo gli attentati

Bruxelles, 23 marzo 2013: il trasporto delle salme delle vittime dell’attentato alla stazione del metro di Maalbeek

Bruxelles, contiunua in Piazza della Borsa l’omaggio alle vittime degli attentati del 22 marzo

22 marzo 2015. Un messaggio d’amore per Bruxelles scritto col gesso in Place de la Bourse a Bruxelles.

22 marzo 2015. Fiori e candele per le vittime degli attacchi terroristici in Place de la Bourse a Bruxelles.

22 marzo 2015. Fiori e candele per le vittime degli attacchi terroristici in Place de la Bourse a Bruxelles.

22 marzo 2015. Fiori e scritte con il gesso per le vittime degli attacchi terroristici in Place de la Bourse a Bruxelles.

22 marzo 2015. “Bruxelles bruxellerà sempre” scritto col gesso sulla pavimentazione della Place de la Bourse a Bruxelles.

22 marzo 2015. Fiori e candele per le vittime degli attacchi terroristici in Place de la Bourse a Bruxelles.

22 marzo 2015. Una statuetta che riproduce il Manneken-Pis, simbolo dell’indipendenza di spirito degli abitanti di Bruxelles, tra i fiori e le candele portate in Place de la Bourse in memoria delle vittime degli attacchi terroristici.

22 marzo 2015. Lo sgomento sul volto di un uomo, tra le persone radunatesi spontaneamente in Place de la Bourse/Beursplein a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime.

Brxelles, 22 marzo 2016

22 marzo 2015. Una ragazza tra le centinaia di persone radunatesi spontaneamente in Place de la Bourse/Beursplein a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime.

22 marzo 2015. Persone mano nella mano in Place de la Bourse/Beursplein a Bruxelles, per esprimere unità e solidarietà alle vittime degli attentati.

22 marzo 2015. Un uomo suona un violoncello tra le centinaia di persone radunatesi spontaneamente in Place de la Bourse/Beursplein a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi terroristici.
Ci potrebbe essere stata una delle due centrali nucleari del Belgio, quella di Doel nel nord o di Tihange nel sud-est, nel mirino dei fratelli Ibrahim e Khalid El Bakraoui, i kamikaze delle stragi di Bruxelles. L’indiscrezione della Dernière Heure, che cita fonti della polizia belga, conferma come quell’unica rete jihadista che ha colpito il 13 novembre a Parigi e martedì scorso nella capitale belga puntasse a obiettivi ancora più eclatanti.
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Il quotidiano francofono sostiene che l’arresto la settimana scorsa a Molenbeek di Salah Abdeslam e del suo complice Amine Choukri potrebbe aver costretto i terroristi a ridimensionare i loro piani, in cui rientrava un attacco al programma atomico belga. I fratelli Ibrahim e Khalid El Bakraoui, due dei kamikaze di Bruxelles, avevano infatti piazzato una videocamera nascosta tra i cespugli davanti alla casa nelle Fiandre del direttore di un programma di ricerca e sviluppo nucleare, ha spiegato la fonte di polizia.
La videocamera era stata recuperata da un furgone a fari spenti pochi giorni dopo le stragi di Parigi, a novembre, come mostrato dai filmati delle telecamere di sorveglianza. Il video di una decina di ore che riprendeva gli spostamenti del dirigente era stato scoperto dagli inquirenti in una successiva perquisizione a dicembre, quando fu arrestato Mohamed Bakkali.
La polizia ha in seguito collegato quelle immagini a possibili attacchi e così dal 17 febbraio sono stati schierati 140 militari e numerosi poliziotti attorno alle due centrali nucleari del Paese, rendendo più complesso attaccarle. Dopo gli attacchi di martedì, poi, è stata ordinata l’evacuazione dalle centrali di tutto il personale non indispensabile. “Ora sappiamo dove volevano arrivare, l’ampiezza degli attentati sarebbe stata molto maggiore se i terroristi li avessero potuti condurre in base ai loro piani”, ha affermato una fonte di polizia, “la situazione è precipitata e si sono sentiti sotto pressione, hanno dovuto optare per gli obiettivi più facili”.
In Belgio ci sono due centrali nucleari attive, quella di Doel, nelle Fiandre vicino al confine con l’Olanda, e quella di Tihange, a sud-est di Bruxelles, che con i loro sei reattori in funzione forniscono la metà del fabbisogno di energia elettrica del Paese.