Iraq: ucciso il numero due dell'Isis?
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Iraq: ucciso il numero due dell'Isis?

Secondo Baghdad, il reggente dell'organizzazione sarebbe morto in una moschea vicino a Mosul dopo un bombardamento alleato

Abu Alaa al Afri, il numero due dell’Isis e, secondo The Guardian, attuale reggente del movimento dopo il ferimento di Abu Bakr Al Baghdadi, sarebbe stato ucciso nel corso di un bombardamento alleato in Iraq, mentre si trovava nella moschea di Tal Afar, nel nord della provincia di Ninive a circa 50 km da Mosul. La notizia, diramata da un portavoce del ministero della Difesa iracheno,  non ha ancora trovato conferme ufficiali da parte della Casa Bianca ma sulla testa di quello che era considerato lo storico fondatore dell'Isis il Pentagono aveva messo una taglia di sette milioni di dollari.


IL PROFILO DI AL AFRI
Il suo vero nome è Abdul Rahman Mustafa al-Qardashi ma, tra i miliziani, è conosciuto soprattutto con il nome di battaglia, Abu Suja. Già esponente di spicco della struttura gerarchica dello Stato Islamico, è iracheno come Al Baghdadi e sarebbe originario di al-Hadar, a meridione di Mosul, in mezzo al deserto. Prima della guerra, è stato un insegnante di fisica, ha viaggiato in Afghanistan nel 1998 e ha poi scalato velocemente i ranghi di Al Qaeda. Sarebbe stato la prima scelta dello stesso Osama per divenire emiro di Al Qaeda in Iraq nel 2010, dopo l’uccisione di Abu Omar al-Baghdadi, che a sua volta aveva rimpiazzato Abu Musab Al Zarqawi, il “padre putativo” e primo vero leader di quello che poi diventerà lo Stato Islamico.


Al Afri è stato descritto come “il più importante e intelligente di tutti, con rapporti migliori dello stesso Califfo e una buona capacità alla leadership e all’amministrazione”. Il vice-Califfo è un seguace dello studioso siriano Abu Musaab al-Suri (teorico jihadista, ispiratore degli attentati di Madrid del marzo 2004), nonché autore di numerose pubblicazioni e severo censore dell’applicazione della Sharia. Per queste sue qualità, era stato nominato “coordinatore generale per gli affari dei martiri e delle donne” all’inizio della guerra, prima di divenire il braccio destro di Al Baghdadi. Già presidente del Consiglio della Shura e coordinatore delle province dello Stato islamico, è stato infine nominato leader dal consiglio di guerra e per volontà dello stesso Al Baghdadi.


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