Iraq nel caos: gli obiettivi di Moqtada al Sadr
HAIDAR HAMDANI/AFP/Getty Images
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Iraq nel caos: gli obiettivi di Moqtada al Sadr

Il leader sciita e capo dell'Esercito del Mahdi fa occupare il Parlamento. Il suo modello sono gli Hezbollah libanesi

Centinaia di sostenitori del leader sciita Moqtada Al Sadr hanno fatto irruzione, domenica 1° maggio 2016, nella zona verde fortificata di Baghdad e nel palazzo del parlamento iraqueno.

Alla testa di un corteo convocato formalmente da Al Sadr  per chiedere una più energica lotta alla corruzione e la nascita di un esecutivo tecnico non agganciato al sistema delle quote etniche e tribali, i miliziani sciiti di Al Sadr hanno saccheggiato un parlamento spaccato da anni lungo linee settarie e corporative e incapace da settimane di approvare persino il rimpasto di governo cui stava lavorando il premier sciita Haider al-Abadi, il successore del corrotto Al Maliki. Tutti i parlamentari, non appena gli uomini di Al Sadr sono entrati nel palazzo, sono scappati gambe all'aria. Lo stato di emergenza  è stato proclamato a Baghdad. Tutte le strade che portano al centro della capitale sono state chiuse per evitare che altre persone si uniscano alla protesta. 

Alla sollevazione sunnita nelle aree settentrinali e occidentali del Paese, si aggiunge ora dunque la sollevazione delle milizie sciite di Al Sadr, il capo indiscusso dell'Esercito del Mahdi, la formazione  paramiltare che fondò nel giugno del 2003 per combattere le forze di occupazione americane in Iraq.  Figlio di Mohammed Sadeq, storico leader sciita ucciso nel 1999 a Najaf dagli uomini di Saddam Hussein, Moqtada al Sadr - che controlla 25 deputati  ed è di origine libanese - è apertamente finanziato da alcuni settori oltranzisti della politica iraniana e sta riuscendo ad accreditarsi come il punto di riferimento del crescente malcontento popolare degli sciiti antiamericani in Iraq.

Il modello di riferimento del suo Esercito del Mahdi, anche nello stemma dell’Hashd al Sha’abi, sono gli Hezbollah libanesi, il movimento sciita che sta fornendo uomini e armi alle forze controinsurrezionali impegnate nella guerra contro lo Stato islamico in Iraq e che è riuscito nel sud del Libano a diventare uno stato nello stato con cui qualsiasi governo a Beirut deve fare i conti.  Finora Al Sadr  aveva guardato al tentativo del  nuovo premier sciita di formare un esecutivo più amplio e meno corrotto di quello del suo predecessore Al Maliki con apparente neutralità, alternando manifestazioni di protesta a tentativi di dialogo. La decisione di irrompere nel parlamento segna ora una frattura ancora più profonda all'interno della stessa comunità sciita, salita al potere dopo la deposizione di Saddam nel 2003.

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