E il cardinale scrisse per le spie
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E il cardinale scrisse per le spie

Esce rinnovata Gnosis, rivista trimestrale di intelligence realizzata dall'Aisi, l'agenzia di informazione interna. Con tanti nuovi commentatori per rendere fruibile a tutti un mondo ancora sconosciuto.

«Chi ha l'occhio, trova quel che cerca anche a occhi chiusi». L'Italo Calvino del Marcovaldo è una delle citazioni d'apertura della rinnovata Gnosis, la rivista trimestrale di intelligence completamente trasformata e oggi ricca di interventi di alto livello e nello stesso tempo fruibili da un pubblico vasto.

A 18 anni dall'esordio di quella che si chiamava Per Aspera ad Veritatem, tra i nuovi collaboratori di Gnosisspicca il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura, biblista di fama, che avvicina due mondi solo apparentemente lontani non solo con un'esegesi godibilissima, ma anche ricordando che una battuta del mondo ecclesiastico è quella per cui il segreto pontificio «è ciò che ignora il Pontefice e che invece sanno tutti (e Wikileaks si è, a modo suo, premurato di confermarlo». Tra gli altri collaboratori, troviamo lo scrittore e giornalista Giampaolo Rugarli, il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, e l'egittologa Alessia Fassone. Tutti, ovviamente, affrontano il mondo dei servizi segreti da un'angolatura particolare perché lo scopo dichiarato della rinnovata Gnosis

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è quello di proseguire sulla strada della trasparenza. L'intelligence non vuole restare un mondo del quale diffidare perennemente, anche se certo non è composto di anime candide, bensì una struttura dello Stato che lavora per la sicurezza nazionale e che, entro certi limiti invalicabili, vuole farsi conoscere meglio, come sottolinea nell'introduzione il sottosegretario delegato ai servizi segreti, Marco Minniti. Non manca, quindi, una finestra su mondi come la fumettistica, il cinema, la filatelia, passando dunque dal cyber spazio al film I tre giorni del condor.

Ma Gnosis non dimentica chi ha pagato con la vita il servizio reso all'Italia e nel ricordare, con Rugarli, tutti coloro che non ci sono più, in particolare questo primo numero rinnovato onora la memoria di Nicola Calipari, il dirigente ucciso a Bagdag il 4 marzo 2005 dai colpi sparati da un soldato americano mentre proteggeva il corpo della giornalista Giuliana Sgrena che lui aveva appena liberato.

Anche nei prossimi numeri, promette il direttore dell'Aisi, Arturo Esposito, «sarà dunque sempre più presente l'intelligence e tutto ciò che le gravita attorno: il suo mondo di specchi, il suo manto di mistero e l'obiettivo fondamentale di produrre sicurezza».

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Stefano Vespa