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La Val di Susa in fiamme: di chi sono le responsabilità

La Val di Susa in fiamme: di chi sono le responsabilità

L’accusa di Legambiente alle amministrazioni regionali che non avrebbero effettuato nessuna forma di prevenzione

La Val di Susa in fiamme: di chi sono le responsabilità
ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Intervento di un elicottero AB212 dell’Esercito

La Val di Susa in fiamme: di chi sono le responsabilità
ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Un momento dell’incendio sulle montagne di Mompantero a Susa, Torino, 27 ottobre 2017

La Val di Susa in fiamme: di chi sono le responsabilità
Ansa/VVF

Uno dei molti roghi divampati in Val di Susa

La Val di Susa in fiamme: di chi sono le responsabilità
Ansa

Uno dei primi interventi di un Canadair dei Vigili del Fuoco in Val di Susa

“Gli incendi in Piemonte sono l’ennesima dimostrazione che non c’è stata alcuna prevenzione. Come non ce n’è stata in nessuna delle altre regioni d’Italia, flagellate dai roghi della scorsa estate”.  

Antonino Morabito, curatore del Dossier incendi di Legambiente, punta il dito contro le amministrazioni regionali.

“Sono le Regioni le vere responsabili dei disastri arrecati dagli incendi al nostro patrimonio ambientale e boschivo – spiega a Panorama.it – Sono loro le istituzioni chiamate per legge allo spegnimento delle fiamme ma soprattutto alla previsione a alla prevenzione degli incendi”.

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Incendi in Val di Susa: | video di notte

Gli incendi, continua Morabito, “si possono prevedere, non sono come i terremoti e di conseguenza, possono essere evitati. Più difficile, invece, diventa il loro spegnimento”.

Indubbiamente poi ci sono anche dei fattori ambientali che quest’anno hanno contribuito in modo sostanziale al propagarsi delle fiamme come la siccità. “Ogni anno sarà sempre più siccitoso. I cambiamenti climatici sono già in atto. E di questo le amministrazioni regionali devono prendere atto per poter attuare delle politiche di prevenzione massicce, mirate proprio alle aree boschive”.

Che cosa è il “fuoco governato”

L’esperto di Legambiente si riferisce alla pratica del cosiddetto “fuoco governato”, ovvero una tecnica di prevenzione che ripulisce il bosco dalla massa combustibile, ossia, da quel fogliame che è determinate per la propagazione violenta dell’incendio, l’unica possibile per preservare il nostro patrimonio ambientale.

“Solamente la Regione Toscana e la Sardegna hanno iniziato, da quest’anno, a mettere in atto questa tecnica già utilizzata in altri Paesi dell’unione europea – prosegue Morabito – e i risultati si sono potuti apprezzare immediatamente”.

Naturalmente quella del “fuoco governato o fuoco controllato” è una tecnica difficilissima da attuare e, per questo, “deve essere effettuata solo da personale esperto e in condizioni meteoclimatiche ideali – aggiunge l’esperto – non a caso questa opera di prevenzione deve essere condotta solo dai carabinieri forestali e da tecnici forestali molto esperti. Un errore di esecuzione e si distrugge un’intera area boschiva”.

L’uso dei canadair

Molte le polemiche degli ultimi giorni anche sull’uso dei canadair, pochi, tardivi, in difficoltà.”Sorrido con amarezza ogni volta che ne sento parlare – conclude Morabito – quando si leva in volo un elicottero o un canadair, vuol dire che l’uomo ha già perso la sua battaglia contro le fiamme. Le Regioni devono avere ben chiaro che i canadair non servono a spegnere gli incendi ma solamente ad arginarli. E a volte neanche a quello. L’unico modo che c’è per fermare le fiamme, è quello di non farle nascere”.

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