In Afghanistan calano le vittime civili
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In Afghanistan calano le vittime civili

I talebani responsabili dell’80 per cento dei morti ora puntano a omicidi mirati

Il dato, diffuso dalla missione dell’Onu a Kabul, (Unama) sembra a prima vista incoraggiante. Per la prima volta in cinque anni è infatti calato il numero delle vittime civili della guerra in Afghanistan, anche se si registra un aumento del 53 per cento degli attacchi mirati degli insorti contro funzionari civili dell’amministrazione dello stato e locale, insegnanti e capi tribù. Il rapporto, che prende in esame i primi sei mesi dell’anno sottolinea un calo del 15 per cento delle vittime civili rispetto allo stesso periodo del 2011 con 1.145 morti e 1.954 feriti.

Si tratta pur sempre, si legge, di un ''bilancio devastante''. Di questi 255 (più 101 feriti) sono stati uccisi non casualmente in 237 azioni di killeraggio mirato. Un elemento che consente di interpretare la nuova strategia degli insorti elaborata alla luce del ritiro delle truppe della Nato e che sembra puntare ad accattivarsi un maggiore consenso popolare colpendo gli uomini che lavorano per il governo e le truppe internazionali . Tra i morti e feriti 925 sono donne e bambini e ancora una volta l’80 per cento dei civili uccisi in guerra sono vittime del fuoco talebao mentre le forze di sicurezza afghane e le truppe alleate sono ritenute responsabili del 10 per cento dei morti e per una percentuale analoga non è stato possibile attribuire le responsabilità.

Un dato che conferma come siano gli insorti i principali carnefici del popolo afghano nonostante l’enfasi posta dai media sui “danni collaterali” dei raids aerei alleati. Raids che nel primo semestre dell’anno  hanno provocato 83 morti e 46 feriti (in calo del 25 per cento rispetto al 2011) mentre solo gli ordigni improvvisati talebani hanno ucciso 237 civili ferendone 689. Il rapporto Unama completa la fotografia dell’andamento della guerra afghana dopo i dati che due settimane or sono illustrarono il calo delle perdite alleate e l’aumento consistente dei caduti tra le forze di sicurezza afghane.

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Gianandrea Gaiani