I 10 passaggi più importanti del discorso di Napolitano
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I 10 passaggi più importanti del discorso di Napolitano

Il senso di quel che ha detto il presidente nei 22 minuti in cui si è rivolto agli italiani per l'ultima volta da capo dello Stato

“Un messaggio speciale” Così lo stesso Giorgio Napolitano ha definito il suo ultimo discorso di fine anno agli italiani. “Speciale” perché davvero l'ultimo da capo dello Stato e perché rivolto anche a chi presto – ha detto – gli succederà nelle funzioni di Presidente della Repubblica. “ Napolitano ha infatti confermato le sue prossime dimissioni dopo quasi 9 anni al Colle. Dimissioni espressamente previste dalla Costituzione, ha tenuto a sottolineare il presidente, e dovute all'avanzare dell'età.

“Sto per lasciare”

“Ho il dovere di non sottovalutare i segni dell'affaticamento e le incognite che essi racchiudono”. La risposta a quelli che – per primo il premier Matteo Renzi – hanno sperato in un ulteriore prolungarsi della sua permanenza al Colle facendogliene anche esplicita richiesta. Seguita dalla raccomandazione, rivolta a governo e Parlamento, a non subirne alcun condizionamento e a dare prova di “maturità e responsabilità”. “Parlamento e forze politiche si preparino serenamente alla prova dell'elezione del nuovo Capo dello Stato”.

Il cammino delle riforme

Napolitano ha ribadito che, oltre a voler garantire al Paese una stabilità in un momento di grave difficoltà, il suo obbiettivo nel 2013 era quello che nel corso del 2014 fossero avviate le riforme necessarie all'ammodernamento del Paese e ha espresso soddisfazione in particolare per quella del Parlamento, "innanzitutto del superamento del bicameralismo paritario, nonché della revisione del rapporto tra Stato e Regioni”.

La preoccupazione per il perdurare della crisi

Napolitano non ha nascosto la delusione per l'insistere della crisi economica che ancora assilla l'Europa e “in particolare l'Italia”. Ha ammesso come “tutti gli interventi pubblici messi in atto in Italia negli ultimi anni stentano a produrre effetti decisivi”; ha sottolineato come invece negli Stati Uniti, da dove partì la crisi, sia ormai in atto già da tempo “un'impennata della ripresa”; ha fatto riferimento al semestre di presidenza europea della Ue e avvertito, di nuovo, sui rischi “di certi appelli al ritorno alle monete nazionali attraverso la disintegrazione dell'Euro e di ogni comune politica anti-crisi”.

No all'anti-politica

Ma gli scarsi risultati ottenuti finora, il “senso di sgomento al pensiero dei cambiamenti che sarebbero necessari per aprirci un futuro migliore”, non devono – è stato il forte richiamo del presidente – far cedere “alla sfiducia nella politica, bollandola in modo indiscriminato come inadeguata, inetta, degenerata in particolarismi di potere e di privilegio”. Piuttosto, è necessario reagire, “ritrovare le fonti della coesione, della forza, della volontà collettiva che ci hanno permesso di superare le prove più dure”.

“Ho fatto del mio meglio”

Giorgio Napolitano sente di aver fatto il possibile “per rappresentare e rafforzare l'unità nazionale, per sanare le ferite che aveva subito”, ma se ci sia riuscito o meno saranno altri, ha detto, a doverlo giudicare. Per quanto lo riguarda, la missione che si era imposto all'inizio del suo primo settennato, nel maggio del 2006, è stata portata a termine: favorire "il reciproco riconoscimento, rispetto e ascolto tra gli opposti schieramenti, il confrontarsi con dignità nelle assemblee elettive, l'individuare i temi di necessaria convergenza nell'interesse generale" senza che sia messa in discussione “la democrazia dell'alternanza”.

“Bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo della nostra società”

Il riferimento esplicito è all'inchiesta della Procura di Roma sull'intreccio tra mafia, politica e imprenditoria emerso nella Capitale: “gli inquirenti romani stanno appunto svelando una rete di rapporti tra "mondo di sotto" e "mondo di sopra". E proprio in questo passaggio Napolitano ha voluto inserire la frase più dura di tutto il suo intervento quando ha parlato del dovere di tutti, “società civile, Stato, forze politiche senza eccezione alcuna, a “bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo della nostra società” .

L'omaggio a “italiani esemplari”

“Non lasciamo occupare lo spazio dell'attenzione pubblica solo a italiani indegni. Rendiamo omaggio a italiani esemplari” ha proseguito il capo dello Stato auspicando un recupero dei valori morali, culturali e della solidarietà. Poi il breve elenco di uomini e donne che hanno dato lustro e prestigio al nostro Paese a livello internazionale: dalla scienziata Fabiola Gianotti all'astronauta Samantha Cristoforetti, al medico di Emergency che ha contratto il virus Ebola all'ufficiale medico Serena Petriucciolo agli italiani che hanno soccorso i passeggeri del traghetto in fiamme sulla rotta tra la Grecia e l'Italia.

Il contesto internazionale e Papa Francesco

L'appello di Napolitano è qui a non tirarsi indietro di fronte agli scenari internazionali di crisi. E tra questi cita l'emergere di Stati islamici fondamentalisti in Iraq, Siria e Libia, l'acuirsi dei conflitti in Africa, Medio Oriente e nella regione ponte tra la Russia e l'Europa. Il rischio è per il capo dello Stato quello di venire travolti dall'emergere “di inauditi fenomeni e disegni di destabilizzazione, di fanatismo e di imbarbarimento” per colpa anche dell'indifferenza denunciata, “con tanto vigore”, anche da Papa Francesco. E che può essere contrastata solo da “un sentimento di solidarietà e di un impegno globale” inteso come “comandamento morale ineludibile”.

“Mettiamocela tutta”

“Da ciascuno di voi può venire un impulso importante per il rilancio e un nuovo futuro dell'Italia”. E' l'appello alla partecipazione collettiva rivolto a tutti gli italiani per reagire alla crisi, con “senso di responsabilità e senso del dovere, senso della legge e senso della Costituzione, in sostanza senso della Nazione”, che Napolitano ha voluto sostenere attraverso l'esempio che danno “quei giovani che non restano inerti, ma prendono iniziative per aprirsi una strada”. Anche lui stesso, ha assicurato, non si tirerà indietro una volta concluso il suo servizio alla Presidenza della Repubblica, altrettanto “ciascuno faccia la sua parte al meglio”.

“Vi resterò vicino. Grazie ancora”

E' il saluto finale, Napolitano promette di rimanere accanto all'Italia e agli italiani nei loro sforzi e li ringrazia per i riconoscimenti, le espressioni di “generosa fiducia e costante sostegno, di personale affetto” ricevuti in quasi nove anni "da moltissimi di voi". “Non lo dimenticherò, grazie ancora”. E infine l'augurio per un 2015 “fecondo di risultati positivi per il nostro paese, le nostre famiglie, i nostri ragazzi".

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Claudia Daconto