Hillary Clinton tornerà al Congresso per testimoniare sulla Libia
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Hillary Clinton tornerà al Congresso per testimoniare sulla Libia

La candidata democratica accetta di riferire di nuovo sui fatti di Bengasi 2012 e sulla gestione di e-mail da un account privato. Ma solo per un giorno

E' pronta Hillary Clinton: non solo ad affrontare la dura campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti al via tra un mese, ma anche a tornare davanti al Congresso per testimoniare sui tragici eventi dell11 settembre 2012, quando in Libia vennero uccisi quattro citaddini americani - tra cui l'ambasciatore Chris Stevens - durante un attacco al Consolato americano di Bengasi.

Quelle e-mail "private"
Hillary Clinton, che all'epoca dei fatti ricopriva la carica di segretario di Stato, "è pienamente preparata a rimanere per la durata delle domande della Commissione nel giorno in cui sarà presente questo mese": questo quanto scritto dal suo avvocato David Kendall in una lettera inviata al repubblicano Trey Gowdy, il presidente della Commissione della Camera dei Rappresentanti che si occupa della vicenda. E che in realtà aveva chiesto alla Clinton una disponibilità di due giornate: una per discutere della gestione degli eventi di quel tragico giorno e una per affrontare la delicata questione della ricezione e invio di e-mail da un suo account privato, dal quale sono poi stati cancellati migliaia di messaggi.

55 mila pagine di dossier
Sempre secondo la missiva del suo legale, nel giorno stabilito Hillary Clinton "rimarrà tutto il tempo necessario per rispondere alle domande del Comitato, ma non prolungherà ulteriormente gli sforzi del Comitato comparendo in due occasioni diverse quando una sarà sufficiente". La candidata democratica alle elezioni 2016 ha peraltro già consegnato oltre 55 mila pagine di e-mail del suo account privato relative al periodo del suo mandato alla guida del Dipartimento di Stato, ma è comunque finita sotto attacco da parte dei repubblicani per aver deciso di cancellare tutte le altre che erano rimaste nel suo server. Da qui la richiesta di un nuovi chiarimenti, che secondo alcune indiscrezioni potrebbero essere forniti al Congresso il prossimo 18 maggio tornando su argomenti per cui Hillary aveva già deposto nel 2013, quando però non era ancora l'aspirante prima presidentessa degli Stati Uniti...

E' già campagna elettorale
In altre parole, l'intera vicenda va a questo punto letta anche in chiave elettorale, su un fronte come sull'altro. E non è probabilmente un caso che l'annuncio della disponibilità a testimoniare di nuovo davanti al Congresso sia stato dato in contemporanea a un sondaggio, condotto per conto del Wall Street Journal e della rete televisiva Nbc, secondo il quale sono saliti dal 36 al 42% gli americani "diffidenti" nei confronti di Hillary Clinton, che comunque continua a vantare un'ampia maggioranza (72%) tra gli elettori democratici in relazione alle primarie.

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Redazione