Il giorno della fiducia e del gruppo dei dissidenti
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Il giorno della fiducia e del gruppo dei dissidenti

I retroscena di una giornata politica tra Letta, Berlusconi, Alfano e dissidenti con il loro gruppo senza nome - Lo speciale sulla crisi di governo - L'intervento al Senato (video) - la stampa estera -

Tutti dicono che si chiameranno “I Popolari”. Ma l’ultima che circola alle otto della sera nel Transatlantico di Montecitorio è: “Popolo della liberta: Alfano presidente”. Vero, falso?

Circola tutto e il contrario di tutto al termine di una delle giornate più caotiche della seconda Repubblica che sembra non voler finire mai. Alle 21 infatti ecco il colpo di scena: Angelino Alfano si sta recando a Palazzo Grazioli per incontrare Silvio Berlusconi alla ricerca quantomeno di una tregua.

Alla a Camera (dove Fabrizio Cicchitto ha in aula ha parlato “a nome di oltre  venti deputati e oltre venti senatori” per difendere Berlusconi dal giustizialismo ma per ribadire anche che Berlusconi ha sbagliato a aprire la crisi e per lanciare, infine, Angelino Alfano come il leader del futuro), il nuovo gruppo certamente segnerà una crepa tutta politica.

Ma il gruppo destinato a incidere  realmente aprendo una crepa sui numeri è quello del Senato. Di cui come presidente il più gettonato sarebbe Roberto Formigoni. Ma nella sera di martedì 2 ottobre il ministro dissidente Gaetano Quaglieriello ha frenato e ha ribadito che comunque anche se nuovo gruppo sarà avrà sempre come  leadership quella di Silvio Berlusconi, come ha riportato l’agenzia giornalistica “Il Velino”..

Non a caso sul documento in appoggio dei nuovi gruppi c’erano inizialmente le firme di tutti o quasi i ministri. Mancava solo quella di Quagliariello, titolare delle Riforme, è stato detto in Transatlantico.  E però, secondo gli ultimi rumors, la riunione di questa notte si dovrebbe tenere proprio alla Fondazione Magna Charta, presieduta dal titolare delle Riforme. Vero, falso? Quagliariello ha smentito categoricamente

Gli altri ministri che avevano firmato si sono poi via via tutti sfilati. A sera restava solo quello di Beatrice Lorenzin. Secondo i maligni, i ministri “non avevano subito afferrato che se fossero passati in blocco dal Pdl a un altro gruppo, Berlusconi avrebbe avuto tutto il diritto di chiedere un rimpasto”.

E ora come finirà per il vicepremier Algelino Alfano, titolare dell’Interno che sedeva alla Camera non più alla destra ma alla sinistra di Letta con volto terreo? Berlusconi potrà chiedere un rimpasto per cambiare lui e Lorenzin? Che ne abbia tutto il diritto è certo, ma bisognerà vedere se gli verrà accordato.

Enrico Letta ha incassato la fiducia arrivata in extremis dal Cavaliere con una certa supponenza: alla Camera gli ha fatto presente che anche senza di lui (pur non chiamandolo in causa) “una maggioranza già c’era”. Gossip incontrollati registrano i forti malumori del Pd che sperava di spaccare definitivamente e molto più vistosamente il Pdl e mettere all’angolo Berlusconi.

Ora invece quel sì al governo del Cav “viene vissuto come una spina nel fianco”, dice un deputato. Che aggiunge, sotto forma di anonimato: “Qui hanno vinto i democristiani e ha perso Matteo Renzi: ora Guglielmo Epifani cercherà comunque di rinviare il congresso. Alla fine al fiorentino il partito glielo daranno pure, ma il leader che vince e che tira fuori le palle è Letta e ricordatevi che tra un anno e otto mesi Enrico avrà anche gli anni (50) per salire al Quirinale. Hanno perso gli ex comunisti: Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani. Gianni Cuperlo segretario? Fine della storia. Quello voleva scalare l’Everest con gli infradito”. Giancarlo Giorgetti capogruppo Lega Nord in aula: “La Dc e il Psi hanno battuto Berlusconi e Renzi”. Berlusconi  si vedrà.

Forse la migliore chiosa è quella di Umberto Bossi con Panorama.it: “I democristiani prima entrano e poi escono e te la mettono nel.... Per questo Silvio ha sbagliato ha staccare la spina sabato...”. Evidente che a Bossi  Alfano non è davvero simpatico. “Silvio”, invece, resta “un combattente, un amico”.

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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