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Giulio Regeni, la (strana) verità dell’Egitto

Giulio Regeni, la (strana) verità dell’Egitto

Le dichiarazioni del magistrato che si occupa dell’inchiesta al Cairo lasciano molti dubbi sulla morte del ricercatore italiano

Giulio Regeni “è morto non più tardi delle 24 ore precedenti il ritrovamento del suo corpo, la mattina del 3 febbraio. Quindi è morto in un lasso di tempo compreso tra il 2 e il 3”.


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Lo ha detto in un’intervista a Repubblica.it il procuratore aggiunto di Giza Hassam Nassar, il magistrato che sta conducendo le indagini sulla morte del giovane ricercatore friulano, sottolineando che “le violenze che ha subito sono state inflitte tutte in un’unica soluzione, tra le 10 e le 14 ore precedenti la sua morte“.


Giulio Regeni, la (strana) verità dell’Egitto
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Un momento del sit-in davanti all’ambasciata egiziana per chiedere la verità sulla morte di Giulio Regeni, Roma, 25 febbraio 2016.

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ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Un momento del sit-in davanti all’ambasciata egiziana per chiedere la verità sulla morte di Giulio Regeni, Roma, 25 febbraio 2016.

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Un momento del sit-in davanti all’ambasciata egiziana per chiedere la verità sulla morte di Giulio Regeni, Roma, 25 febbraio 2016.

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Un momento del sit-in davanti all’ambasciata egiziana per chiedere la verità sulla morte di Giulio Regeni, Roma, 25 febbraio 2016.

Giulio Regeni, la (strana) verità dell’Egitto
ANSA FOTO

La vignetta contro Al Sisi pubblicata da un sito palestinese e opera del caricaturista brasiliano Carlos Latuff

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Una foto tratta dall’archivio dei “sindaci dei ragazzi” di Fiumicello, di Giulio Regeni, lo studente di 28 anni scomparso il 25 gennaio al Cairo, Roma, 31 gennaio 2016.

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ANSA/FACEBOOK UDINESE CALCIO

Sul maxischermo del rinnovato impianto, prima della partita Udinese-Bologna, è stata proiettata una foto di Regeni con un applauso del pubblico presente

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ANSA/ALBERTO LANCIA

Fiumicello (Udine), 12 febbraio 2016, i funerali di Giulio Regeni

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Fiumicello (Udine), 12 febbraio 2016, i funerali di Giulio Regeni

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Fiumicello (Udine), 12 febbraio 2016, i funerali di Giulio Regeni

Giulio Regeni, la (strana) verità dell’Egitto
ANSA/DE FILIPPO

Il carro funebre di Giulio Regeni raggiunge la palestra dove è stata celebrata la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016.

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Il carro funebre di Giulio Regeni raggiunge la palestra dove è stata celebrata la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016.

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Il manifesto funebre in piazzale dei Tigli a Fiumicello dove si terranno i funerali di Giulio Regeni , il ricercatore 28enne ucciso a Il Cairo alla fine di gennaio, Fiumicello (Udine) 12 febbraio 2016

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Uno degli ingressi della palestra dove si è tenuta la cerimonia funebre per Giulio Regeni , Fiumicello 12 febbraio 2016

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Il feretro di Giulio Regeni raggiunge la palestra per la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016

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Il feretro di Giulio Regeni raggiunge la palestra per la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016

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Il feretro di Giulio Regeni raggiunge la palestra per la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016

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ANSA/RODOLFO CALO’

Il percorso da via Yambo alla fermata della metro El Behoos a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

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Il numero 8 di via Yambo nel quartiere Dokki al Cairo dove abitava Giulio Regeni.

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Il percorso da via Yambo alla fermata della metro El Behoos a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

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La porta dell’appartamento dove abitava Giulio Regeni a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

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Un ingresso della fermata della metro El Behoos a Dokki, Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

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Il numero 8 di via Yambo nel quartiere Dokki al Cairo dove abitava Giulio Regeni.

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La fermata della metro El Behoos a Dokki, Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

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La fermata della metro El Behoos a Dokki, Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

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Il percorso da via Yambo alla fermata della metro El Behoos a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

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Fiori e candele in memoria di Regeni fuori dall’ambasciata italiana al Cairo

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Una donna con un cartello in arabo che dice: “Perchè uccidete gli stranieri? Vi hanno fatto qualcosa?” durante il sit in in memoria di Giulio Regeni davanti all’ambasciata italiana al Cairo – 6 febbraio 2016

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Il sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni – 6 febbraio 2016

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Il sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni – 6 febbraio 2016

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MOHAMED EL-SHAHED/AFP/Getty Images

Il sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni – 6 febbraio 2016

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Il sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni

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MOHAMED EL-SHAHED/AFP/Getty Images

Una donna partecipa al sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni – 6 febbraio 2016

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Un sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo ha commemorato Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano torturato e ucciso nella capitale egiziana, 06 febbraio 2016

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L’ingresso della sala mortuaria dove è statop portato il corpo di Giulio Regeni al Cairo, 4 febbraio 2016.

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L’ambasciatore italiano in Egitto Maurizio Massari davanti all’obitorio dove è stata portata la salma di Giulio Regeni. Cairo, 4 febbraio 2016

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L’ambasciatore italiano in Egitto Maurizio Massari davanti all’obitorio dove è stata portata la salma di Giulio Regeni. Cairo, 4 febbraio 2016

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Ansa

L’ingresso della sala mortuaria dove è statop portato il corpo di Giulio Regeni al Cairo, 4 febbraio 2016.

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Un’immagine di Giulio Regeni diffusa sui social network dagli amici che hanno avviato la campagna #whereisgiulio. 2 febbario 2006.

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Una foto tratta dall’archivio dei “sindaci dei ragazzi” di Fiumicello, di Giulio Regeni, lo studente di 28 anni scomparso il 25 gennaio al Cairo, Roma, 31 gennaio 2016.


Nell’intervista il procuratore parla anche di “equivoco” in relazione alle sevizie e alle torture cui sarebbe stato sottoposto Regeni. “Sulle unghie e alle lesioni alle orecchie si è creato un equivoco – spiega – sono stati i medici legali egiziani ad asportare le une e le altre per poter effettuare esami accurati. Nel caso delle unghie si voleva verificare se contenessero tracce che potevano far risalire o dimostrare una colluttazione”. Quanto alle bruciature, “sono tutte concentrate sulla spalla sinistra. Ma, francamente, i nostri medici non sono stati in grado di dirci quale possa esserne l’origine”.

Nassar aggiunge poi un particolare finora inedito relativo al giorno della scomparsa. “Alle 19.38 della sera del 25 gennaio Giulio Regeniera all’interno della stazione della metropolitana di El Behoos (quella vicino casa, ndr) perché, come abbiamo stabilito in questi ultimi giorni con un accertamento tecnico, a quell’ora la sua utenza cellulare si connette ad internet mentre è all’interno della metro”. Questo per il procuratore significa che “sicuramente non è stato sequestrato nel tragitto da casa alla metro, e non è stato sequestrato neppure all’interno della metropolitana perché a quell’ora, con tutta quella gente, qualcuno lo avrebbe notato”.

Non ci sono però immagini a conferma. “Quelle immagini non le abbiamo perché a distanza di tempo si sono autocancellate, come del resto quelle dei negozi della zona”. Il magistrato, infine, sostiene di aver chiesto alle autorità italiane di poter interrogare tale Francesco, “il migliore amico di Giulio” che avrebbe frettolosamente lasciato l’Egitto l’8 febbraio. “A nostro avviso può darci delle informazioni chiave per arrivare alla verità, pensiamo che la sua testimonianza sia per noi molto importante”. “Siamo in attesa di una risposta”, dice, anche se da parte sua non sembra ci sia molta voglia di collaborare con le autorita’ italiane presenti al Cairo”: “l’inchiesta la conduco io. E la polizia egiziana. Con la magistratura italiana scambiamo informazioni”. (Ansa)

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