La Giordania e Anonymous picchiano duro sull'Isis
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La Giordania e Anonymous picchiano duro sull'Isis

I raid dell'aviazione di Amman hanno già distrutto il 20% della capacità militare del Califfato. E la rete di hacker mette il bavaglio a siti e account social jihadisti

- Le bombe sganciate dall'aviazione giordana lasciano il segno sulle forze dell'Isis in Iraq e Siria. Almeno a dare retta a quanto dichiarano i vertici militari di Amman, secondo i quali sono stati colpiti 56 obiettivi e la capacità militare delle forze del Califfato è stata ridotta del 20% in soli tre giorni di raid.

- Nel frattempo Anonymous - la rete politica di attivisti-hacker a difesa della democrazia e la libertà - ha sferrato un attacco massiccio a siti web e account social legati allo Stato islamico.
Anonymous lo aveva promesso dopo l'attacco a Charlie Hebdo a inizio gennaio. E stanno mantenendo la parola: sono decine i siti e gli account oscurati o modificati. Anonymous sta inoltre pubblicando online una lista di indirizzi ip e email che fanno capo al Califfato e alla galassia jihadista. L'aggiornamento della lista può inoltre essere seguito su Twitter con l'hashtag #OpISIS
Questo il messaggio che Anonymous riserva ai Jihadisti:

“We will hunt you, take down your sites, accounts, emails, and expose you. From now on, no safe place for you online. You will be treated like a virus, and we are the cure. We own the internet. We are Anonymous; we are Legion; we do not forgive, we do not forget. Expect us.”

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Aggiornamento ore 16:00
Intanto, la caccia va avanti: Oggi pomeriggio, sull'account Twitter dell'operazione anti-Stato islamico (OpAntiISIS) gli hacker-giustizieri hanno pubblicato foto e informazioni personali di Majdi M., un tunisino che vivrebbe a Manouba e sarebbe il gestore di numerosi siti jihadisti, account twitter: @bad_shark1. 

I DETTAGLI, LEGGI ANCHE: Anonymous: caccia a Maijdi, il capo della propaganda Isis

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"Continueremo fino a quando non li avremo annientati"
Questi 3 giorni di reazione di Amman all'uccisione del pilota - arso vivo e mostrato nel terribile video che ha sconvolto e ricompattato il paese - "sono solo l'inizio", dicono i vertici militari del regno giordano. La Giordania continuerà la sua offensiva contro l'Isis finché il gruppo "non sarà annientato", ha tuonato domenica 8 febbraio il comandante delle Forze aeree giordane, Mansour Jbour. "Continueremo i raid, ma in linea con i nostri piani operativi", ha aggiunto il militare senza precisare meglio. Dall'inizio dei raid della Coalizione, "sono stati uccisi 7.000 combattenti dell'Isis".

"Non è vero che Kayla Mueller è morta"
Amman ha reagito con durezza anche alle accuse dei jihadisti, secondo i quali l'americana in ostaggio Kayla Mueller sarebbe morta sotto i raid giordani. "Si tratta di affermazioni illogiche, e siamo assai scettici. La loro è solo propaganda", ha detto il ministro delle Comunicazioni, Mohammad Momani. Agli osservatori la mossa dell'Isis è apparsa debole, faticano a ottenere rinforzi, anche da parte dei foreign fighters.

L'Isis ha bandito i prodotti Apple
E i bombardamenti pesano anche sul morale interno: nei ranghi dello Stato islamico sembra prevalere il timore di essere tracciati e colpiti. Tanto che, a seguito della direttiva emanata a novembre scorso, i miliziani dell'Isis a Raqqa, 'capitale' del Califfato in Siria, hanno effettivamente bandito i prodotti Apple - iPhone, iPad e iPod -. "Dicono che gli Usa possono vedere quello che fai", racconta uno degli attivisti anti-Isis di Raqqa.

Truppe di terra Usa
A Mosul, intanto, tanti affiliati dell'Isis hanno mandato via le famiglie, mentre i peshmerga si avvicinano alla 'capitale' dello Stato islamico. 
A proposito di Mosul, sono sempre più insistenti le voci di truppe di terra che gli Stati Uniti stanno considerando di inviare nelle prossime settimane e che potrebbero affiancare quelle giordane e i kurdi, in un'offensiva che dovrebbe sferrare un colpo forse decisivo alla tenuta dello Stato islamico

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Re Abdullah II supremo comandante delle Forze Armate Giordane in tenuta da combattimento

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