Jobs Act, così Renzi vuol cambiare il lavoro
Ansa
Economia

Jobs Act, così Renzi vuol cambiare il lavoro

Il premier e il ministro Poletti mirano a portare al traguardo la seconda fase della riforma del welfare. Ecco le possibili novità dal 2015, per i contratti e gli ammortizzatori sociali

Approvare tutta la seconda parte della riforma del lavoro, il Jobs Act, entro la fine dell'anno. E' l'obiettivo ambizioso che si è posto il governo Renzi (e il ministro del welfare Giuliano Poletti), dopo la vittoria incassata dal Partito Democratico alle elezioni europee. Archiviato l'appuntamento con le urne, il premier vuole infatti dare un' accelerata alla fase due del suo programma per cambiare il mercato del lavoro, che finora si è concretizzato soltanto nell'approvazione di un contestatissimo decreto legge che rende più flessibili le assunzioni temporanee e l'apprendistato.

IL JOBS ACT DI MATTEO RENZI

La fase due del Jobs Act consiste invece nel trasformare in realtà un disegno di legge-delega molto più ampio, già presentato a grandi linee alle Camere ma ancora tutto da scrivere nei dettagli. Entro luglio, l'esecutivo punta a farsi conferire dal Parlamento la delega per legiferare su diversi aspetti della riforma e mettere a punto una lunga serie di decreti attuativi. Poi, una volta che il testo definitivo del provvedimento sarà pronto, ci sarà bisogno di un via libera definitivo da parte dei deputati e dei senatori. I tempi non saranno brevi, dunque, e il completamento della riforma entro fine dicembre (per renderla operativa dal 2015) sarebbe già un risultato da record. Ma ecco, nel dettaglio, cosa potrebbe cambiare nel mercato del lavoro italiano dal prossimo anno, se le linee guida della legge-delega verranno rispettate.

L'AGENZIA PER IL LAVORO

E' prevista la creazione di un'Agenzia nazionale per il lavoro, che avrà competenze in materia di gestione degli ammortizzatori sociali, cioè dell'Aspi, e che si occuperà del reinserimento nel mondo produttivo dei disoccupati. Nelle politiche per il reimpiego, ci sarà la collaborazione con soggetti privati e il coinvolgimento dei sindacati, per stabilire gli indirizzi e le linee d'azione della nuova Agenzia.

AMMORTIZZATORI SOCIALI

Il governo intende snellire la cassa integrazione guadagni (Cig), riducendone le procedure burocratiche ma anche impedendo l'accesso a questo strumento quando c'è stata la cessione di un ramo d'azienda o quando non sono stati presi in considerazione strumenti alternativi, come la riduzione dell'orario di lavoro per salvaguardare il numero di posti esistenti nell'impresa. Nello stesso tempo, si prevede di estendere l'Aspi (cioè del sussidio alla disoccupazione creato dall'ex-ministro del welfare, Elsa Fornero) anche ad alcune categorie di lavoratori precari, come chi è assunto con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa.

Sempre riguardo all'Aspi, si prevede di allungare la durata del sussidio alla disoccupazione per i dipendenti più anziani. Inoltre, al termine dell'erogazione dell'indennità, la legge-delega ipotizza l'introduzione di un sostegno per i lavoratori che risultano ancora disoccupati e che presentano una situazione economica disagiata. Si tratta di un progetto per istituire il reddito di inclusione sociale, già elaborato nel 2013 dal governo Letta.

CONTRATTI E SALARI

Nel testo della legge, c'è anche l'obiettivo di introdurre un salario minimo orario per tutti i rapporti di lavoro dipendente. Prima, però, vi sarà una consultazione delle parti sociali (Confindustria e sindacati) per ascoltare le loro proposte. E' prevista inoltre la nascita di un contratto di lavoro a tutele crescenti. Si tratta di un'assunzione a tempo indeterminato che, per i primi tre anni, non prevede le protezioni contro i licenziamenti stabilite oggi dall'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Per 36 mesi, il dipendente lasciato a casa senza una giusta causa non avrà dunque diritto a essere reinserito nell'organico dell'azienda ma potrà ottenere soltanto un risarcimento in denaro. Dal quarto anno in poi, invece, scatteranno le stesse protezioni previste per tutti gli altri lavoratori più anziani. Il testo della legge-delega specifica però che l'introduzione del nuovo contratto a tutele crescenti potrebbe avvenire inizialmente in via sperimentale, dopo un confronto con le parti sociali. Anche in questo caso, dunque, l'esecutivo ha deciso di procedere per gradi.

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