Quantitative easing, cosa cambia per i risparmi e le famiglie
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Economia

Quantitative easing, cosa cambia per i risparmi e le famiglie

Gli effetti diretti e indiretti sulle tasche degli italiani delle manovre della Banca Centrale Europea

Più di mille miliardi di euro in un anno e mezzo, con una media di 60 miliardi al mese, tra il marzo del 2015 e il settembre del 2016. E' la montagna di liquidità che la Banca Centrale Europea (Bce) immetterà presto sui mercati finanziari e nel sistema bancario dell'Eurozona con il quantitative easing (Qe), annunciato ieri dal presidente Mario Draghi. L'operazione, come più volte ricordato, prevede il massiccio acquisto da parte della Bce di titoli di stato di Eurolandia, compresa l'Italia.


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Lo scopo primario è far ripartire il pil del Vecchio Continente e fermare la deflazione, cioè la discesa dei prezzi al consumo che rischia di aprire la strada alla depressione economica.. Tuttavia, a parte gli obiettivi primari, il Qe di Draghi avrà anche delle conseguenze dirette o degli effetti collaterali sulle tasche dei risparmiatori e sui bilanci delle famiglie. Ecco di seguito, una panoramica su cosa aspettarsi nei prossimi mesi.



Mutui e Prestiti

Gli effetti più significativi del quantitative easing, se l'operazione di Draghi centrerà in pieno il risultato, si dovrebbero vedere sul fronte del credito. Grazie all'arrivo di maggiore liquidità dalla Bce, le banche italiane ed europee dovrebbero essere spinte a dare i soldi in prestito con più facilità. Potrebbe dunque scendere il costo dei finanziamenti e soprattutto dei mutui immobiliari, non tanto per il calo dei tassi d'interesse di mercato (che sono già vicini allo zero) quanto piuttosto per la riduzione dello spread. Si tratta della quota di interessi che le banche applicano sul debito residuo dei mutui, in aggiunta ai tassi ufficiali. Oggi, in Italia, lo spread richiesto sui mutui supera quasi sempre il 2-2,5%, mentre fino a qualche anno fa era attorno all'1%.

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Conti e depositi

Il quantitative easing non è proprio una buona notizia per chi è abituato a far fruttare i propri risparmi con i conti di deposito. Già oggi, questi prodotti finanziari rendono molto poco, non più del 2% lordo ogni 12 mesi, contro il 3-4% di qualche anno fa. E' probabile che gli interessi di molti conti subiscano un'ulteriore limatura nei prossimi mesi, visto che le banche potranno contare su maggiore liquidità in arrivo dalla Bce e avranno minor bisogno di rastrellare soldi freschi presso la clientela con l'offerta di cospicui rendimenti sui depositi.

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Titoli di stato

Chi ha già nel portafoglio dei titoli di stato europei, compresi i Btp italiani, vedrà probabilmente crescere il loro valore durante i prossimi mesi. Se il Qe di Draghi avrà gli effetti sperati, la domanda di titoli da parte della Banca Centrale farà infatti lievitare i prezzi dei bond governativi e scendere i loro rendimenti . Chi invece non ha dei titoli di stato nel portafoglio e li acquisterà in futuro, dovrà accontentarsi di interessi ancor più risicati di quelli di oggi, che sono già parecchio avari: i Buoni del Tesoro con scadenza a 10 anni, per esempio, danno un rendimento di appena l'1,5% ogni 12 mesi.

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Borse

Il calo dei rendimenti sui titoli di stato, spingerà probabilmente molti investitori dei mercati a cercare i profitti altrove, spostandosi su attività più rischiose come le azioni. Negli Stati Uniti, il quantitative easing già attuato dalla Federal Reserve (la banca centrale americana) ha galvanizzato parecchio le borse di Wall Street. Non va sottovalutato, però, il rischio di una bolla speculativa. Negli ultimi anni, infatti, i mercati finanziari hanno già recuperato parecchio terreno, rispetto al crollo del 2007-2008. Meglio non esagerare con l'ottimismo.

Euro

Con il rialzo dei prezzi e il calo dei rendimenti delle obbligazioni europee, generati dagli acquisti della Bce, gli investitori internazionali andranno a caccia di guadagni posizionandosi su attività finanziarie in valute diverse dall'euro. La domanda di divise straniere crescerà mentre le quotazioni della moneta unica europea probabilmente scenderanno, stimolando le esportazioni dell'Eurozona. Ovviamente, chi ha in programma un viaggio fuori dal Vecchio Continente spenderà un po' di più del previsto.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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