Pomigliano, per gli iscritti Fiom è tutt'altro che finita
Economia

Pomigliano, per gli iscritti Fiom è tutt'altro che finita

Dopo il respingimento del Tribunale di Roma della richiesta di sospensiva della Fiat, pronto il ricorso. E c'è chi è pronto a scommettere che non sia certo finita qui

Nel braccio di ferro tra Fiat e Fiom sulle assunzioni allo stabilimento di Pomigliano, il sindacato dei metalmeccanici della Cgil ha segnato ieri un nuovo punto a favore. Il Tribunale di Roma ha infatti respinto la richiesta, arrivata dai legali del Lingotto, di sospendere, in attesa dell’esito del ricorso, la procedura di assunzione dei 145 lavoratori iscritti alla Fiom. Per i giudici invece gli operai con tessera del sindacato metalmeccanico della Cgil, per i quali è stato riconosciuto il diritto all’assunzione, dovranno entrare in fabbrica subito, ancora prima che arrivi il giudizio definitivo della Corte di Appello sul ricorso presentato dalla Fiat contro la precedente decisione.

Dunque ora i prossimi passi non potranno che prevedere l’assunzione di quegli operai che secondo il Tribunale di prima istanza avevano subito una grave discriminazione, in quanto iscritti ad un sindacato, la Fiom appunto, che non aveva firmato l’accordo quadro per lo stabilimento di Pomigliano, così come avevano fatto invece tutte le altre sigle sindacali. La partita non è ancora chiusa, perché a breve dovrebbe comunque arrivare il pronunciamento definitivo sul ricorso della Fiat, e allora forse si potrà davvero mettere la parola fine ad una controversia che sta ulteriormente avvelenando un clima di rapporti sindacali tra Lingotto e Fiom già compromesso da tempo.

Nel frattempo però le conseguenze sull’occupazione nello stabilimento di Pomigliano potrebbero essere pesanti. La Fiat infatti aveva chiesto la sospensione momentanea delle 145 assunzioni in ragione del fatto che si sarebbero verificati problemi rispetto all’attuale quadro produttivo. In un clima di recessione, e con il mercato dell’auto, in particolare quello europeo, in cronica stagnazione , l’obbligo all’assunzione di nuove maestranze, secondo i dirigenti della Fiat, potrebbe infatti comportare la contemporanea messa in cassa integrazione, se non in mobilità, di altrettanti operai, visto che al momento il numero di addetti risulterebbe più che adeguato agli attuali carichi di lavoro.

Nella richiesta di sospensione, tra l’altro, i legali della Fiat sostenevano anche che a poter finire in cassa integrazione o in mobilità, avrebbero potuto essere gli stessi iscritti alla Fiom contestualmente assunti. Una circostanza che rappresenterebbe molto probabilmente un nuovo terreno di scontro con le tute blu della Cgil.

Chissà infatti come reagiranno Landini e compagni, che ieri commentavano con soddisfazione la decisione del Tribunale di rigettare la richiesta di sospensione, nel caso in cui lavoratori Fiom fossero assunti e messi direttamente in cassa integrazione se non in mobilità. C’è da scommettere che si aprirebbe un nuovo scontro con conseguenze al momento difficili da decifrare.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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