Pensioni, cosa cambia nel 2015
Guido Montani/Ansa
Economia

Pensioni, cosa cambia nel 2015

Minuscoli adeguamenti all'inflazione e via le penalizzazioni per chi chiede l'uscita anticipata

Pochi spiccioli, o quasi. E' l'aumento per le pensioni degli italiani che scatterà a partire da gennaio prossimo. Come ogni anno, anche nel 2015 vi sarà la perequazione automatica, cioè l'adeguamento degli assegni Inps al costo della vita dell'anno precedente. I dati definitivi sull'inflazione del 2014 non sono ancora disponibili ma, visto l'andamento dei mesi passati, si sa già che le pensioni avranno aumenti modestissimi, nell'ordine dello 0,3%. Nei mesi scorsi, infatti, in Italia i prezzi hanno subito aumenti piccolissimi e durante l'estate c'è stato addirittura un periodo di deflazione, cioè di variazione negativa dei prezzi.


Pensioni: giù le mani


Non va dimenticato, poi, che la perequazione automatica viene riconosciuta in pieno soltanto a chi ha una pensione superiore a tre volte il trattamento minimo, cioè inferiore 1.502,64 euro lordi al mese, corrispondenti a 1.200 euro netti. Chi supera questa soglia di reddito, avrà invece un adeguamento parziale degli assegni, compreso il 45 e il 95% dell'inflazione dell'anno precedente. Fatte questa premesse, ecco alcuni esempi concreti di quanto cresceranno le pensioni da gennaio 2015. Gli aumenti sono tutti inferiori di 4-6 euro lordi che, al netto delle tasse, corrispondono spesso a meno di 3 euro.


-Un pensionato che guadagna  1.500 lordi al mese (1.200 euro netti) vedrà crescere l'assegno di 4,5 euro lordi (3,3 netti).


-Chi percepisce dall'Inps una pensione di 2mila euro lordi mensili (1.500 netti) avrà 5,7 euro in più al mese (4 euro netti).


-I pensionati che guadagnano 3mila euro lordi (2.100 euro netti) avranno un aumento di 4 euro, che si riduce a meno di 3 euro al netto delle tasse.



Come sono cambiate le nostre pensioni dal 1996 a oggi


Detto in soldoni, il prossimo anno le pensioni rimarranno praticamente ferme. Restano immutati anche i requisiti di età per mettersi a riposo dal lavoro. La riforma Fornero del 2012, infatti, ha previsto per il 2014 e il 2015 le stesse soglie di pensionamento. Eccole nel dettaglio.


-Gli uomini (autonomi e dipendenti di qualsiasi settore) e le impiegate pubbliche potranno andare in pensione a 66 anni e tre mesi.


- Le donnedipendenti del settore privato a 63 anni e 9 mesi mentre le lavoratrici autonome potranno mettersi a riposo a 64 anni e 9 mesi.


Cambiano invece i requisiti per accedere alla pensione anticipata, cioè quella che si ottiene una volta raggiunta una determinata quantità di contributi, indipendentemente dall'età. Nel 2015, la pensione anticipata potrà essere richiesta dagli uomini che hanno 42 anni e sei mesi di contributi alle spalle e dalle donne che hanno 41 anni e 6 mesi di carriera. Con l'approvazione della Legge di Stabilità, verranno infatti eliminate le penalizzazioni oggi previste per chi richiede la pensione anticipata prima dei 62 anni. Attualmente, infatti, l'assegno lordo viene decurato dell'1% per ogni anno all'anagrafe che supera la soglia dei 62 e del 2% per ogni anno che precede i 60 anni di età. Esempio: chi si ritira dal lavoro a 58 anni (con 42 anni e mezzo di carriera), attualmente subisce un taglio della rendita lorda del 6%. Dal 2015, se la manovra economica andrà in porto senza ulteriori modifiche, queste penalizzazioni verranno cancellate.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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