Imu, e se le aliquote salissero ancora?
Economia

Imu, e se le aliquote salissero ancora?

Lo Stato chiede ai Comuni di versare maggiori quote di imposta. I sindaci annunciano battaglia. Ma a pagare potremmo essere noi

Questa volta i sindaci non ci stanno davvero, e intorno alla nuova querelle apertasi con il governo sul fronte dell’Imu promettono battaglia. “Da quando questo governo si è insediato stiamo assistendo ad un livello di improvvisazione assolutamente inconcepibile” attacca a testa bassa Attilio Fontana, sindaco leghista di Varese e dirigente dell’Anci, l’associazione che riunisce i Comuni italiani. A far perdere definitivamente la pazienza ai primi cittadini d’Italia è stata infatti l’ennesima brutta sorpresa che il governo ha riservato intorno al tema del gettito dell’Imu.

TUTTO SULL'IMU

Con una norma ad hoc infatti, è stato stabilito che i Comuni dove le entrate incassate con l’Imu , supereranno quelle realizzate con l’Ici nel 2010, l’avanzo dovrà finire nelle casse dello Stato. “Una decisione questa che si basa innanzitutto su premesse del tutto irrealistiche" fa notare Fontana", per la semplice ragione che le stime del governo su quelli che dovevano essere gli introiti dell’Imu sono state gonfiate fin dall’inizio del 20-30%. Noi ci ritroviamo dunque nella situazione di aver dovuto mettere a bilancio delle cifre che molto verosimilmente non incasseremo mai ”. Il problema dunque è doppio: da una parte ci saranno Comuni, si parla di circa 1.200 amministrazioni, che dovranno cedere al governo fondi maggiori di quelli ipotizzati finora, dall’altra municipalità che invece si ritroveranno con buchi da colmare.

IMU, QUANTO PAGHEREMO A DICEMBRE

“È qui viene il bello" sottolinea Fontana "perché il governo si era impegnato a compensare con fondi statali gli eventuali passivi derivanti dal taglio dei trasferimenti e dal mancato gettito dell’Imu. Solo che di questo impegno per il momento nessuno sembra voler tenere conto”. Nel caso specifico ad esempio, nei conti del Comune di Varese ballerebbero ben 2 milioni di euro di minori incassi, che attendono di essere compensati dal governo. “A questo proposito, qualche giorno fa trovandomi a Roma ho posto la questione direttamente al ministro dell’Economia Vittorio Grilli ma si è guardato bene dal rispondere a questa mia precisa richiesta”.

In questo scenario le conseguenze potrebbero essere le più nefaste per i cittadini, che a cascata subirebbero i danni di questa mancata compensazione. Per ora infatti la maggior parte dei sindaci, che hanno tempo fino al 31 ottobre per ritoccare le aliquote base dell’Imu, hanno cercato di aumentare quella sulla seconda casa, tenendo ferma invece quella sulla prima.

È il caso ad esempio di Bologna e Cagliari, di Firenze e Milano , di Roma e Napoli, e ancora di Torino e Venezia, tutte città dove l’aliquota sulla seconda casa è stata innalzata da 0,76 a 1,06, mentre quella sulla seconda è rimasta a quota 0,4, tranne i casi di Cagliari, Roma, Napoli e Torino dove è stata aumentata a 0,5. In generale dunque i sindaci hanno cercato in tutti i modi di tutelare le fasce di popolazione più debole, cercando di mantenere al minimo la tassazione sulla prima casa.

IMU, COSA SUCCEDE A CHI PAGA IN RITARDO

Ora però di fronte a questa nuova stretta, l’allarme diventa rosso, perché molte amministrazioni, e stiamo parlando dell’80% (tante sarebbero infatti secondo Fontana quelle a denunciare possibili passività nel gettito dell’Imu) potrebbero decidere di andare a ritoccare proprio l’aliquota sulla prima casa. Una prospettiva che però Attilio Fontana vede come fumo negli occhi. “Io non solo manterrò ferma la tassazione sulla prima casa – dice battagliero il sindaco di Varese – ma anche quella sulla seconda. E aggiungo ufficialmente che agirò in tutte le sedi, finanche in quelle giudiziarie se sarà necessario, affinché il governo rispetti gli impegni presi con i Comuni, perché non voglio assolutamente che le decisioni cervellotiche di un esecutivo di improvvisatori, ricadano sulle spalle dei cittadini”. Lo scontro come si vede è al calor bianco, e c’è da scommettere che nei prossimi giorni ne vedremo ancora delle belle.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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