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(Ansa)
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Droni su Mosca, per mostrare ai russi che non sono più al sicuro

Alba di esplosioni a Mosca. Il Cremlino parla ovviamente di attacco di Kiev (che smentisce), ma questo evento rappresenta innanzi tutto un messaggio chiaro ai cittadini russi: non siete più al sicuro a casa vostra.

Come sempre avviene in una guerra, la verità sull’attacco ucraino condotto questa mattina mediante droni la sapremo tra qualche tempo. Stando alla Bbc inglese, l'editore russo Steve Rosenberg, che risiede a Mosca, ha sentito un'esplosione in lontananza alle 6:24 ora locale nel nord-ovest della città. Il Cremlino parla ovviamente di attacco terroristico, ma è chiaro che in una guerra nella quale proprio la Russia sta cercando da mesi di sfiancare la popolazione di Kiev, questo evento rappresenta innanzi tutto una rappresaglia ucraina che porta un messaggio chiaro ai cittadini russi: non siete più al sicuro a casa vostra.

Il ministero della Difesa di Putin ha dichiarato su Telegram che Kiev ha organizzato l’attacco con almeno otto droni che avrebbero causato lievi danni a diversi edifici precipitando dopo essere stati colpiti dai sistemi di intercettazione. Il sindaco della capitale, Sergei Sobyanin, ha invece affermato che nessun cittadino è rimasto gravemente ferito e che i servizi di emergenza erano sulla scena degli incidenti e hanno evacuato le zone potenzialmente a rischio di nuove incursioni. «Tre droni sono stati soppressi dalla guerra elettronica, hanno perso il controllo e hanno deviato dagli obiettivi prefissati; altri cinque sono stati abbattuti dal sistema missilistico terra-aria Pantsir-S nella regione di Mosca», ha affermato il ministero. Da Kiev nel momento in cui scriviamo non sono ancora stati rilasciati commenti ufficiali, anche se ieri – lunedì 29 maggio - il capo dell'intelligence militare ucraina, generale Kyrylo Budanov, aveva avvertito riguardo a una rapida risposta alla serie di attacchi missilistici russi condotti su Kiev.

Dai social russi le immagini diffuse mostrano finestre rotte, qualche colonna di fumo e il sorvolo a bassa quota di un drone dalla forma che suggerisce che questa volta non si tratta di piccoli “Uas” portati in territorio russo come avvenne per l’attacco dimostrativo al Cremlino, ma di vecchi modelli di razzi da ricognizione a medio raggio Tupolev 141 Strizh di originale produzione sovietica anni Settanta, e di tipi prodotti in Ucraina come UJ-22, ma modificati con sistemi di navigazione, comando e controllo occidentali per poter colpire il territorio russo in profondità e con maggiore precisione, ed anche per essere meno vulnerabili alle contromisure di tipo elettronico che Mosca può utilizzare per disturbarne la missione. Proprio queste contromisure possono causare una variazione nella traiettoria dei droni portandoli a colpire palazzi residenziali e aree non previste come obiettivi voluti. Certamente l’azione di questa mattina è riuscita nel suo intento: cambiare la percezione di sicurezza della popolazione moscovita dimostrando che la “operazione speciale” di Putin non sta procedendo come previsto. Bisogna tuttavia ricordare che Mosca è situata a circa mille chilometri dall’Ucraina; dunque, per poter lanciare droni che possano raggiungerla, i militari ucraini devono avvicinarsi il più possibile al confine nord.

Secondo gli analisti occidentali tali droni ucraini partirebbero da zone vicine a Kharkiv, Chernihiv e Sumy, ovvero le località del nord del Paese dalle quali i russi si sono ritirati all’inizio dell’autunno 2022 senza creare una zona libera (cuscinetto) per proteggere i propri confini. E con l’annunciata controffensiva ucraina, è possibile ipotizzare che Mosca possa attaccare nuovamente proprio dal settentrione, mentre la sua intelligence cerca (e fa colpire), ogni pista degli aeroporti ucraini che possa ospitare oggi rampe per droni, ovvero con piazzole rifornibili e shelter protetti, e in futuro i velivoli F-16 che l’occidente sta concedendo a Zelensky, ovvero rendendo inutilizzabile ogni pista che sia lunga almeno 2,7-3 chilometri, dotate di hangar o shelter e di autonomia energetica.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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