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Sette donne che stanno cambiando l’America

Dai media a Wall Street fino alla Silicon Valley passando per l’industria il tocco femminile sta cambiando gli Stati Uniti

Quando si dice che le donne stanno cambiando l’America, immediatamente si pensa alla corazzata politica di Hillary Clinton, alle sorridenti campagne a sfondo sociale di Michelle Obama, al decisionismo repubblicano di una Condoleezza Rice o all’immensa capacità di cogliere e interpretare le emozioni del pubblico televisivo di un’Oprah Winfrey. Ma il tocco femminile sta cambiando il paese anche con figure più discrete, che si muovono nei meccanismi del potere che conta, dai media a Wall Street fino alla Silicon Valley passando per l’industria pesante che nella storia americana ha celebrato un’epica sostanzialmente maschile.

Nel momento in cui l’amministrazione Obama annuncia una grande iniziativa per combattere la disparità dei salari fra uomini e donne, e i partiti si danno battaglia per attirare l’elettorato femminile in vista delle elezioni di medio termine a novembre, sono sempre di più le donne che "rompono il soffitto di vetro", come si dice in America, in tutti i settori. Guidano la politica economica, sussurrano all’orecchio del presidente, fanno la guardia ai banchieri di Wall Street, guidano marchi globali e combattono dietro le quinte del Congresso: dietro la facciata maschile del potere americano ci sono ingranaggi femminili più o meno visibili, che stanno portando gli Stati Uniti verso una nuova epoca. Ecco i loro volti e le loro storie.

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Jill AbrAmson

La dura direttrice del New York Times

Il tatuaggio del "token", il vecchio gettone della metropolitana di New York, basta per capire quanto è profondo il legame di Jill Abramson con la sua città. Facile intuire anche quale sia stata la sua soddisfazione quando nel settembre 2011 è stata nominata direttore del New York Times, prima donna in 170 anni di storia a dirigere il giornale dei record, la "gray lady" pilastro del giornalismo mondiale. Abramson, oggi 60 anni, si è formata ad Harvard in ambito umanistico e ha iniziato a scrivere all’università. Ha lavorato a lungo al Wall Street Journal per poi passare al New York Times nella redazione di Washington, che ha diretto per diversi anni. Era capo in redazione quando è esploso lo scandalo di Jayson Blair, giornalista del Times che aveva saccheggiato gli articoli di un ex collega. l’allora direttore, Howell Raines, è stato costretto alle dimissioni, mentre Abramson è rimasta in sella, scalando fino al piano più alto della redazione nel giro di pochi anni.

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