Il documento grillino che ha fatto infuriare Grillo
ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images
News

Il documento grillino che ha fatto infuriare Grillo

Analisi della sconfitta, errori interni, problemi, soluzioni. I 4 punti trattati nelle poche pagine scritte dallo staff della comunicazione di Montecitorio del Movimento 5 stelle e che non è piaciuto al comico

INTRODUZIONE

Il MoVimento non è crollato, ma Renzi ha stra-vinto, con percentuali senza precedenti nella storia della Repubblica se si escludono i risultato della Dc del dopoguerra, ai tempi della legge truffa. A comporre questo risultato concorrono fattori esogeni ed endogeni. Per comodità di esposizione partiamo dai primi.

Comincia così il documento segreto redatto dall'Ufficio Comunicazione di Montecitorio del Movimento 5 Stelle che ha creato scompiglio nel partito, soprattutto per la reazione molto negativa di Grillo e Casaleggio. Un documento che analizza innanzitutto il risultato delle europee cercando delle spiegazioni che vanno dall'Influenza dei mercati Finanziari...

"...Con la preannunciata avanzata del MoVimento 5 Stelle nei sondaggi, è scattata la fuga dai mercati e l’innalzamento dello spread. Oggi, i ben informati, parlano di speculazione. Banchieri e finanzieri, si dice, avessero in mano sondaggi ben più accurati e hanno agito speculando sui mercati. Non a caso, dopo il voto, i mercati hanno rimbalzato e lo spread è calato".

all'intervento delle cancellerie europee, terrorizzate dall'ippotizzata avanzata dei grillini...

...La pressione sarebbe stata esercitata dai leader europei nei confronti di Renzi.

agli errori nella comunicazione della campagna elettorale...

"... L’elemento che più salta agli occhi è la voluta polarizzazione emotiva dell’elettorato. Non “speranza vs paura” come spiegato da Renzi ma, in realtà, “serenità vs ansia”. I risultati in altri paesi europei (esclusa la Germania) ci dicono che è stato premiato il “nuovo”. In Italia il concetto di “nuovo” ha preso due diramazioni:

1) Nuovo-rassicurante 

Gli italiani in questa fase difficile hanno dimostrato di aver bisogno di affidarsi a un uomo forte (fattore che ciclicamente torna nella storia, da Mussolini a Berlusconi) e hanno bisogno di serenità. Renzi ha saputo trasmettere serenità costruttiva, mentre noi abbiamo trasmesso energia sì, ma ansiosa e fatta percepire dai media e dagli altri competitor come distruttiva. Renzi è stato capace di lasciare il segno con un messaggio di novità, grazie al suo linguaggio e ai suoi toni.

Anche la scelta dei frontmen (meglio women) da dare in pasto alle tv e da mettere a capo della campagna elettorale è andata in questo stesso senso. Le cinque donne capolista sono state tutte elette e con moltissime preferenze. In particolare Bonafé, Moretti e Picierno sono state mandate ovunque con un copione semplice, lineare ed efficace con un aspetto fresco e giovane. Hanno venduto qualcosa di (apparentemente) concreto, parlando sempre al presente (“Faccio”, “Approvo”, etc)"

Si passa poi all'autocritica, nel capitolo denominato "DENTRO", con uno sguardo rivolto al futuro

Ciò che i parlamentari hanno percepito è stato l’atteggiamento di sfiducia nei loro confronti. Seppur elogiati per il loro impegno, i parlamentari del M5S non sono ancora percepiti come affidabili. Si ritengono poco concreti (la battaglia sul 138 l’hanno capita ben poche persone). Mancano di umiltà e a volte sono percepiti come saccenti.

Paradossale è poi stata la scelta del #vinciamonoi. Ci si è creduto così tanto da aver spinto gli altri partiti a crederci e quindi a reagire con la chiamata alle armi. Generalmente le elezioni europee non hanno avuto un’importanza primaria. Sostenendo che si trattasse di un voto politico, sono stati tutti spinti a dare il massimo.

Inoltre, una vittoria percepita come sicura potrebbe aver demotivato qualcuno dei nostri che non è andato a votare: "A che serve fare 200km di treno per andare alle urne? Tanto vinciamonoi...", potrebbero aver pensato, ad esempio, molti giovani fuori sede.

Altri elementi critici riguardano il non-lavoro sulle preferenze. I candidati di altri partiti hanno agito coi metodi della vecchia politica raccogliendo consensi personali anche col porta a porta. I nostri candidati erano sconosciuti e non averli esposti mediaticamente ha fatto sì di creare un’onta di incertezza (quando non di sospetto) su di loro.

L'ultimo spazio è dedicato alla speranza, alle soluzioni per poter riconquistare i 3 milioni di voti persi in questa tornata elettorale rispetto alle politiche del 2013. Queste sono le idee e soprattutto i campi dove i grillini dovrebbero lavorare per ritrovare lo sprint perduto

"Uscire fuori, nel senso più ampio del concetto. Organizzare stati generali tematici, entrare nelle università, nei luoghi di lavoro e lasciar perdere le agorà. Andare a presentare denunce e proposte direttamente ai destinatari. Aprirsi, prendersi le piazze mediatiche degli altri.

Rafforzare il paradigma denuncia-proposta. Per far percepire l’affidabilità e il costruttivismo del gruppo, non si possono più fare solo denunce senza essere affiancate da proposte e soluzioni. Se non si ha una soluzione a un problema non lo si può denunciare.

Bisogna rafforzare quantitativamente e qualitativamente l’attività legislativa. Assumere consulenti preparati, i migliori esperti, rafforzare il reparto.

I parlamentari devono tornare a confrontarsi sui temi pratici e concreti. E farlo in streaming, in modo da interessare quelle fette di popolazione destinatarie del lavoro Parlamentare o dell’attività di Governo.

Se si decide di voler raggiungere il 51 per cento allora bisogna adeguare il messaggio. Se si decide di puntare ad alcune fasce di popolazione, bisogna far ricorso a strumenti appropriati (tv in prima istanza) e declinare il messaggio".

I più letti

avatar-icon

Panorama