Decadenza Berlusconi: dopo il sì in giunta, cosa succede?
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Decadenza Berlusconi: dopo il sì in giunta, cosa succede?

Adesso si aspetta la decisione dell'Aula entro metà ottobre. Scontro sul voto segreto - La cronaca e le reazioni al voto in Giunta

La giunta del Senato per le immunità ha votato, a maggioranza, la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Adesso la parola passa all'Aula che dovrà prendere la decisione definitiva. Pd e M5S chiedono il voto palese. Ma basta che 20 senatori si esprimano per quello segreto per procedere con questa modalità. E dopo la decadenza, restano sul tavolo le questioni di dove e come il Cavaliere sconterà la pena, quella dell'incandidabilità e dell'interdizione dai pubblici uffici. La nuova sentenza della Corte d'Appello fissata al prossimo 19 ottobre.

QUANDO ARRIVERA' LA DECISIONE DEFINITIVA SULLA DECADENZA?

L'Aula del Senato voterà entro metà ottobre. Il dubbio è se si voterà con voto palese o segreto. Basta che a chiederlo siano 20 senatori perché si proceda con voto segreto.

COSA PREVEDE LA LEGGE SULL' INCANDIDABILITA'?

La legge Severino del 2012 prevede l'incandidabilità al Parlamento italiano ed europeo di coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, di maggiore allarme sociale (ad esempio mafia, terrorismo, tratta di persone); di coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, contro la Pubblica Amministrazione (ad esempio corruzione, concussione, peculato); di coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni.

QUANTO DURA L'INCANDIDABILITÀ?

L’incandidabilità alla carica di senatore, deputato o parlamentare europeo ha effetto per un periodo corrispondente al doppio della durata della pena accessoria dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Anche in assenza della pena accessoria, l’incandidabilità non è inferiore a sei anni.

QUANDO INTERVIENE L'INCANDIDABILITÀ?

Al momento della chiusura delle liste, al momento della proclamazione provvisoria degli eletti, quando si è già membro di una Camera o sulla base della proclamazione provvisoria degli uffici elettorali quando la Camera decide poi la proclamazione definitiva (ed allora deve non confermarla), o, come nel caso di Silvio Berlusconi, quando si è già proclamato

QUANDO SCATTA L'INCANDIDABILITÀ?

Dalla sentenza definitiva (art. 15 comma 1) e si applica quindi sia a fatti precedenti all’entrata in vigore del decreto sia a sentenze precedenti che incidano ancora in termini di tempo.

È POSSIBILE UNA NUOVA CANDIDATURA DI SILVIO BERLUSCONI?

In teoria Silvio Berlusconi potrebbe anche ricandidarsi ma come previsto dalla legge stessa, egli sarebbe cancellato dalla lista e non potrebbe ricandidarsi per 6 anni.

QUANDO SOPRAGGIUNGERA' L' INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI?

La nuova udienza per la rideterminazione del periodo di interdizione è stata fissata, in Corte d'Appello, per il 19 ottobre. Dopo la sentenza Berlusconi potrà ricorrere di nuovo in Cassazione e già entro la prossima primavera potrebbe arrivare il verdetto definitivo anche sulla pena accessoria: se condannato definitivamente, il Cavaliere sarebbe interdetto dai pubblici uffici per un periodo compreso tra 1 ed i 3 anni.

SILVIO BERLUSCONI ANDRA' IN CARCERE?

No, nemmeno se lo chiedesse lui stesso. La legge n.251 del 5 dicembre 2005 – la “legge ex Cirielli” - stabilisce, infatti, che nel caso in cui la persona condannata abbia compiuto 70 anni al momento dell’inizio dell’esecuzione della pena – Berlusconi ha 76 anni – questa possa essere scontata nella propria abitazione o in un altro luogo pubblico di cura, assistenza e accoglienza (salvo poche eccezioni in cui Berlusconi non ricade). Oltre alla detenzione domiciliare i condannati a una pena inferiore ai tre anni possono chiedere l’affidamento ai servizi sociali.

COSA ACCADRA' QUINDI?

La procura di Milano ha emesso l’ordine di esecuzione della pena e, come da prassi, l’ha sospesa per 30 giorni, per dar modo al condannato di scegliere per la detenzione domiciliare o l’affidamento ai servizi sociali. Berlusconi dovrà fare la sua scelta intorno al 16 ottobre.

COSA SUCCEDE SE BERLUSCONI NON SCEGLIE?

Se l’ex premier non eserciterà l’opzione per la misura alternativa al carcere, il 15 ottobre il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati adotterà una seconda sospensione dell’ordine di carcerazione per consentire al magistrato di sorveglianza di Milano di ordinare d’ufficio (decisione presa senza convocazione delle parti) la detenzione domiciliare.

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Claudia Daconto