George Floyd
(Ansa)
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Condannato Derek Chauvin, il poliziotto che uccise George Floyd

È arrivato l'atteso verdetto del tribunale di Minneapolis. Condanna per il poliziotto che soffocò l'uomo sdraiato a terra

L'ex ufficiale di polizia di Minneapolis, Derek Chauvin, è stato riconosciuto colpevole da una giuria del tribunale della contea di Hennepin per tutti e tre i capi di imputazione di cui era stato accusato In particolare, i giurati lo hanno giudicato reo di omicidio involontario di secondo grado, omicidio di terzo grado e omicidio colposo di secondo grado, in riferimento alla morte di George Floyd, avvenuta nel maggio dell'anno scorso. L'imputato è stato ammanettato in aula e preso in custodia dall'ufficio dello sceriffo della contea di Hennepin. La pena massima per omicidio colposo di secondo grado è la reclusione a quarant'anni, quella per l'omicidio di terzo grado è la reclusione a venticinque anni, quella invece per omicidio colposo di secondo grado è di dieci anni. La pena sarà fissata e resa nota entro le prossime otto settimane.

Soddisfazione è stata espressa dal legale della famiglia Floyd. "La giustizia dolorosamente guadagnata è arrivata per la famiglia di George Floyd e la comunità qui a Minneapolis, ma il verdetto di oggi va ben oltre questa città e ha implicazioni significative per il Paese e persino per il mondo", ha dichiarato in un comunicato. Tutto questo, mentre la folla in attesa nei pressi del tribunale ha gridato "giustizia" e "Black lives matter".

Secondo quanto riportato dalla Cnn, la giuria era composta da sei bianchi, quattro afroamericani e due persone multirazziali. Le deliberazioni, iniziate lunedì scorso, avevano fatto seguito a tre settimane di testimonianze processuali. L'accusa contro Chauvin, che ha incluso un totale di trentotto testimoni, ha teso a dimostrare che l'agente avesse ucciso Floyd, inginocchiandosi sul suo collo e sulla schiena per oltre nove minuti lo scorso 25 maggio. In particolare, l'accusa ha mostrato un video in cui si vede la vittima che, per terra, dichiara per ventisette volte di non riuscire a respirare. Sono stati ascoltati anche alcuni superiori dello stesso Chauvin, che hanno criticato l'agente per uso eccessivo della forza. Infine, cinque medici hanno sostenuto che Floyd sia morto per asfissia.

La difesa, dal canto suo, aveva presentato sette testimoni, mentre l'imputato aveva invocato il Quinto Emendamento, rifiutando così di testimoniare a propria volta. Il legale dell'agente aveva dichiarato che l'uso della forza si fosse rivelato necessario, sostenendo che Chauvin sarebbe stato distratto dalla folla ostile presente sul posto al momento del fatto e aggiungendo che Floyd sarebbe morto a causa dell'uso di fentanil e metanfetamina, oltre che per pregressi problemi cardiaci. Inoltre, sempre secondo l'avvocato, il video mostrato dall'accusa risulterebbe parziale, in quanto non contemplerebbe i minuti precedenti in cui Floyd avrebbe opposto resistenza. Ricordiamo, tra l'altro, che Chauvin si fosse dichiarato non colpevole delle tre accuse di omicidio involontario di secondo grado, omicidio di terzo grado e omicidio colposo di secondo grado.

Sul processo era intervenuto anche Joe Biden nella giornata di martedì, dicendo che si registrassero delle prove "schiaccianti" contro l'imputato e aggiungendo di "pregare perché il verdetto sia un verdetto giusto". L'inquilino della Casa Bianca aveva, in particolare, rivendicato il diritto a rendere pubblico il proprio parere, sostenendo che la giuria fosse in isolamento. Il presidente ha poi comunque fatto sapere di aver atteso la lettura del verdetto alla televisione dalla West Wing. Questa sentenza si annuncia gravida di conseguenze politiche, soprattutto in riferimento a un disegno di legge attualmente in discussione al Congresso sulla riforma della polizia.

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Stefano Graziosi