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Il primo ministro Abiy Ammed. Nel riquadro, una suora vincenziana in Etiopia (Getty Images).
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Etiopia: confermata la notizia delle suore arrestate

Nel Paese guidato dal premio Nobel per la pace Abiy Ahmed, l'ondata di arresti per motivi etnici non risparmia neanche i religiosi. Una fonte di Panorama denuncia: «Assieme a due diaconi, sono finiti tutti in prigione».

«Sì, è vero: sei suore e due diaconi tigrini sono stati arrestati ad Addis Abeba, accusati di sostenere il Tdf, le Tigray Defense forces». La fonte di Panorama in Tigray, un operatore umanitario non tigrino, conferma la notizia diffusa ieri pomeriggio su Twitter dal giornalista Matteo Palamidesse e ripresa in serata dal sito Faro di Roma con il titolo «Etiopia. Breaking News. Arrestate sei suore cattoliche ad Addis Abeba dalla polizia politica di Abiy». La notizia è riconfermata anche dai Giovani tigrini italiani. «Sì, l'arresto risulta anche a noi» dice a Panorama un loro rappresentante, che preferisce rimanere anonimo per motivi di sicurezza.

Nel Paese guidato dal premio Nobel per la pace Abiy Ahmed, l'ondata di arresti per motivi etnici che infuria da un mese non risparmia neanche i religiosi. «Cinque suore appartenenti alle Figlie della Carità San Vincenzo de Paoli e una suora appartenente alla Congregazione delle Orsoline sono state arrestate dalle forze di sicurezza etiopi negli ultimi due giorni (fonte diretta)» ha twittato il 30 novembre Matteo Palamidesse. Panorama gli ha subito chiesto i nomi dei religiosi arrestati. E, due ore dopo, Palamidesse li ha inviati. Eccoli: suor Letemaryam Sibhat, suor Tiblets Teum, suor Abeba Tesfay, suor Zaid Moss, suor Abeba Hagos, suor Abeba Fitiwi e suor Abrehet Teserma (quest'ultima appartiene alla Congregazione delle Orsoline di Gandino). In più, i due diaconi: Tsehaye Yohannes e Amanuel Hagos.

«L’arresto, avvenuto poche ore fa presso la capitale Addis Abeba è stato firmato dal capo del National Intelligence and Security Service (Niss) Temesgen Tiruneh» spiega il Faro di Roma, «e rientra nell’operazione di pulizia etnica contro i cittadini di origine tigrina in corso da quasi un mese ad Addis Abeba».

Il sito romano ha raggiunto telefonicamente in Etiopia un attivista oromo, che si occupa di difesa dei diritti umani. L'attivista ha usato parole molto forti: «L’arresto delle sei suore e dei due diaconi è ripugnante. La suora superiora Tesema ha oltre 80 anni e non gode di buona salute. Che pericolosa terrorista potrebbe mai essere?». E dove sono stati portati gli otto religiosi? «Dai loro conventi, sono stati tutti portati in prigione» rivela dal Tigray la fonte di Panorama, che per motivi di sicurezza chiede l'anonimato. E aggiunge: «Di tre però non si hanno notizie: in prigione non ci sono».

Osservano i Giovani tigrini: «Purtroppo quest'episodio non è un caso isolato: già lo scorso mese uomini di Chiesa erano stati arrestati con l'unica colpa di essere tigrini». Gli arresti di massa, di cui Panorama ha dato notizia l'8 novembre, hanno coinvolto 17 sacerdoti salesiani dell'Istituto Don Bosco di Addis Abeba, «caricati su furgoncini delle forze di sicurezza e condotti in luoghi non identificati», come si legge sul sito www.donboscoland.it.

Il 13 novembre, riporta Vatican News, ne sono stati liberati otto, «dopo essere stati sottoposti a un lungo interrogatorio». E gli altri salesiani? Non è chiaro dove siano. Potrebbero addirittura trovarsi in uno dei campi di concentramento nel Sud del Paese, dove sono stati detenuti migliaia di tigrini.

In realtà, a finire nel mirino sono stati anche i musulmani. Terra sacra per la cristianità (si narra che Maria portò Gesù bambino ad Axum per sfuggire a Erode), il Tigray lo è anche per l'Islam: quella che è considerata la più antica moschea dell'Africa si trova a Negash, nel Nord-Est della regione. E a fine 2020, nelle prime fasi della guerra che sta insanguinando l'Etiopia, le truppe etiopi e i loro alleati eritrei l'hanno bombardata e saccheggiata.

È fuor di dubbio, però, che in Tigray sono stati soprattutto presi di mira i cristiani. «Fa specie che l'arresto delle suore sia avvenuto a un anno dal massacro di Axum, dove il 28 e il 29 novembre 2020 perirono circa 800 cristiani» osserva il rappresentante dei Giovani tigrini. «Per Amnesty international e Human Rights Watch, il massacro sarebbe stato compiuto dall'esercito eritreo proprio davanti alla cattedrale di Nostra Signora Maria di Sion, dove secondo la tradizione è custodita l'Arca dell'alleanza». A 12 mesi di distanza, il calvario dei cristiani tigrini non è finito.

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Elisabetta Burba