biden
(Ansa)
Dal Mondo

E se le europee fossero un campanello d'allarme per Biden?

Le vittorie dei conservatori in Europa potrebbero preconizzare un cambio della guardia alla Casa Bianca

Non sembrano esserci state, almeno per ora, prese di posizioni ufficiali troppo significative sulle elezioni europee negli Stati Uniti. Eppure non si può esattamente dire che il rinnovo dell’Europarlamento sia passato inosservato.

Secondo Reuters, i funzionari dell’amministrazione Biden starebbero monitorando attentamente quanto sta accadendo nel Vecchio Continente. In particolare, una fonte governativa ha riferito all’agenzia di stampa che “gli Stati Uniti non si aspettano grandi cambiamenti in politica estera da parte dell’Unione europea, nemmeno nei confronti dell’Ucraina”. Non solo. Sempre secondo la stessa fonte, la Casa Bianca si aspetterebbe al momento che Ursula von der Leyen resti a capo della Commissione europea. “Tuttavia”, ha aggiunto Reuters, “un secondo consigliere del presidente Joe Biden ha espresso preoccupazione per il fatto che il partito di estrema destra di Marine Le Pen possa assumere una posizione più scettica nei confronti della Nato rispetto a quanto avevano fatto prima i funzionari francesi, ponendo un rischio per un’alleanza fondamentale che Biden vuole rafforzare”.

A suonare un campanello d’allarme per Biden è stata inoltre la Cnn, secondo cui i risultati delle elezioni europee potrebbe rappresentare un “presagio per Trump”. “Il momento Trump in Europa è arrivato”, ha titolato, dal canto suo, Politico. “Secondo un sondaggio, l’impennata della destra nelle elezioni dell’Unione europea è stata determinata da gran parte delle stesse questioni che preoccupano gli elettori negli Stati Uniti”, ha aggiunto il Washington Examiner. Questo vuol dire che Biden probabilmente teme un contraccolpo elettorale indiretto dall’esito delle europee. Non a caso, tra i vincitori della tornata, tenutasi nel Vecchio Continente, figurano Giorgia Meloni e Viktor Orban: due leader che intrattengono stretti legami con il Partito repubblicano americano. D’altronde, già prima del voto, alcuni think tank conservatori d’Oltreatlantico, come l’Hudson Institute, avevano mostrato simpatia per la Meloni, preconizzando un suo ruolo centrale nella formazione della prossima Commissione europea.

E proprio nella formazione della prossima Commissione potrebbe indirettamente rivestire un peso il clima elettorale statunitense. I sondaggi continuano a dare Donald Trump come estremamente competitivo, mentre Biden continua a perdere terreno. L’ipotesi che quindi nel 2025 possa insediarsi un’amministrazione repubblicana è tutt’altro che improbabile. Un’amministrazione repubblicana che, in caso, non avrebbe troppa simpatia per il Pse: non solo guardando alle sue posizioni sul green ma anche, se non soprattutto, in materia di politica estera. Non dimentichiamo che proprio esponenti del Pse hanno occupato in questi anni la poltrona di Alto rappresentante per la politica estera Ue. E che costoro hanno notevolmente avvicinato Bruxelles a Cina, Cuba e Iran. Insomma, non esattamente una linea atlantista. Si tratta di un elemento che potrebbe pesare nelle dinamiche negoziali finalizzate alla formazione della nuova Commissione europea.

I più letti

avatar-icon

Stefano Graziosi