L’Inter vince in casa del Bayern Monaco e si prende un pezzo del pass per la semifinale della Champions League. Sia chiaro, il risultato del doppio confronto rimane apertissimo perché l’1-2 non garantisce nulla ai nerazzurri, ma la notte dell’Allianz Arena verrà ricordata a lungo ed entra nella galleria dei capolavori del quadriennio di Simone Inzaghi. E’ stata innanzitutto la sua vittoria perché il modo con cui la squadra ha affrontato il Bayern, ferito dalle assenze ma non piegato nella qualità complessiva schierata, è il manifesto di cosa ha trasmesso al gruppo in tre anni e mezzo di lavoro.
Se voleva togliersi sassolini o macigni dalle scarpe per le critiche post pareggio di Parma, ci è riuscito alla perfezione. Non solo. L’Inter di Monaco è stata grande organizzazione tattica, lettura perfetta dei momenti della sfida, qualità notevole nelle giocate delle reti di Lautaro Martinez e Frattesi e anche, senza che nessuno si debba vergognare, capacità di gettare il cuore oltre l’ostacolo quando i tedeschi hanno cinto d’assedio l’area di rigore (e pure quella piccola) di Sommer. Tutto in uno.
Immagine simbolo della serata in terra bavarese, la ragnatela di passaggi che porta alla rete di Lautaro Martinez: un inno all’inzaghismo, se non fosse che porta male aggiungere gli ismi al credo tattico degli allenatori. L’Inter di Inzaghi, però, ha un’impronta ormai collaudata e riconoscibilissima, gioca bene e fluida quando vede lo spazio per attaccare ma sa anche ripiegare e soffrire per difendere.
All’Allianz Arena ha avuto bisogno di entrambe le cose e le ha fatte benissimo. E’ vero che Kane ha graziato Sommer in avvio e che l’ultima mezz’ora si è giocata quasi a una sola metà campo, ma organizzazione e personalità non sono mancati nemmeno nel momento della difficoltà. Non ha mai rinunciato ad essere se stessa e sarà l’unica strada per completare il lavoro a San Siro tra sette giorni in un ritorno che si annuncia durissimo nonostante tutto.
L’altra notizia della notte di Monaco di Baviera è, in realtà, una conferma. L’Inter è davvero candidata a staccare il biglietto per tornare a Monaco a fine maggio per giocarsi la finale. Squadra matura, tatticamente risolta, con la faccia del gruppo in missione verso un traguardo che sarebbe straordinario. La strada è ancora lunga e in salita, ma il modo con cui è maturato il successo contro il Bayern indica tutte le potenzialità di un gruppo che Inzaghi ha forgiato a sua immagine e somiglianza e nel quale ha inserito anche l’ultimo chip: non mollare nulla a nessuno.
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