Intesa Usa-Kiev per un mese di tregua. Il Cremlino: «Non correre troppo»
Proseguono le trattative a Gedda. A Mosca c'è cautela mista a scetticismo. Contatti tra il capo della Cia e quello dell'intelligence russa. Gli Usa revocano la sospensione degli aiuti; l'accordo sui minerali sarà firmato prima possibile.Annunciata «la revoca immediata della sospensione degli aiuti all'Ucraina».
Ieri a Gedda (Arabia Saudita) sono iniziate le trattative tra l'Ucraina e gli Stati Uniti per definire le condizioni di un possibile cessare il fuoco con la Russia. I colloqui si sono svolti a porte chiuse in una sala dell'Hotel Ritz-Carlton e hanno coinvolto i principali rappresentanti della diplomazia americana, tra cui il Segretario di Stato Marco Rubio e il Consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz, oltre a una delegazione ucraina.Quest'ultima era composta dal capo del gabinetto della presidenza ucraina, Andriy Yermak, vicino al presidente Volodymyr Zelensky, dal ministro degli Affari esteri Andrii Sybiha e il ministro della Difesa Rustem Umerov. «L'Ucraina sostiene la proposta americana di una cessazione del fuoco della durata di trenta giorni nella guerra con la Russia», hanno affermato congiuntamente i negoziatori. Contestualmente, Washington ha annunciato «la revoca immediata della sospensione degli aiuti all'Ucraina», interrotti dopo la lite tra Zelensky e Donald Trump alla Casa Bianca. «Il presidente Trump ha deciso di porre fine alla sospensione degli aiuti in materia di sicurezza fin da ora», hanno precisato i rappresentanti americani mentre il Segretario di Stato Marco Rubio ha detto che «L'Ucraina ha fatto un passo avanti, speriamo che anche la Russia faccia il suo». Washington e Kiev puntano inoltre a chiudere il prima possibile un accordo sui minerali, rimasto in sospeso dopo le tensioni negli ultimi incontri alla Casa Bianca.
Nel frattempo la portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova ha affermato che « La Russia non esclude contatti con i rappresentanti degli Stati Uniti nei prossimi giorni». Il colonnello Pavlo Palisa, vice capo dell'ufficio presidenziale ucraino, ha annunciato che l'assistenza alla sicurezza da parte degli Stati Uniti all'Ucraina è stata ufficialmente ripristinata. «Ho la conferma che l'assistenza alla sicurezza degli Stati Uniti è stata ripristinata. Gli accordi stanno iniziando a essere implementati. La lotta continua!», ha scritto sul suo profilo X. Oltre alla ripresa degli aiuti militari, gli Stati Uniti hanno anche riavviato la piena condivisione di intelligence con Kiev. Questa decisione è arrivata dopo l'intesa raggiunta a Gedda sulla proposta di cessare il fuoco con la Russia. La notizia è stata riferita da un alto funzionario ucraino all'agenzia Reuters.
Anche Volodymyr Zelensky era in Arabia Saudita per incontrare il principe ereditario Mohammed bin Salman, ma non partecipa direttamente ai negoziati. Il suo viaggio, previsto lo scorso mese, era stato rinviato dopo l'annuncio di un incontro straordinario a Riyad tra Marco Rubio e il suo omologo russo, Sergei Lavrov, in cui era stata sollevata la questione dell'Ucraina senza che Kiev fosse coinvolta nelle discussioni. Zelensky ha dichiarato che si è recato in Arabia Saudita «determinato a fare tutto il possibile per porre fine a questo conflitto con un pace giusta e duratura». Come vi abbiamo raccontato ieri l’altra notte l'Ucraina ha lanciato un massiccio attacco con droni contro la regione di Mosca e altri obiettivi in Russia, dimostrando la sua capacità di colpire il territorio russo, mentre negli ultimi giorni la Russia aveva intensificato i bombardamenti contro le infrastrutture ucraine. E ora cosa farà Vladimir Putin? Il presidente russo per il momento tace tuttavia, una fonte russa di alto livello ha dichiarato alla Reuters che « qualsiasi accordo per porre fine alla guerra in Ucraina dovrà tenere conto dei progressi russi e rispondere alle preoccupazioni di Mosca». Sempre la stessa fonte afferma «Vladimir Putin avrebbe difficoltà ad accettare l'idea del cessate il fuoco senza discutere i termini e ottenere qualche tipo di garanzia. Oggi Putin ha una posizione forte perché la Russia sta avanzando», ha aggiunto la fonte russa.
Rilevante a proposito del disgelo tra Mosca e Washington il colloquio telefonico tra Il capo della Cia, John Ratcliffe, e quello dell'intelligence esterna russa (Svr), Serghei Naryshkin. Secondo quanto riferito i due alti funzionari dell’intelligence avrebbero concordato «di mantenere contatti regolari tra loro allo scopo di contribuire a garantire la stabilità e la sicurezza internazionale, nonché a ridurre lo scontro nei rapporti tra Mosca e Washington». Come detto ora la palla passa a Vladimir Putin che ora si trova in una posizione oggettivamente delicata visto che da un lato i falchi della politica russa, da giorni respingono ogni ipotesi di “dogovornicjok”, (un accordicchio privo di reali garanzie, un termine che solitamente si usa sulla stampa russa per indicare le partite di calcio truccate), mentre dall’altra parte gli oligarchi e gli imprenditori, che non aspettano altro che ottenere la revoca delle sanzioni occidentali, il dissequestro dei beni all’estero e la ripresa degli scambi commerciali. Probabile che Vladimir Putin sempre per usare il linguaggio calcistico scelga “di buttare la palla in tribuna” accettando con mille riserve e distinguo la proposta americana-ucraina in modo da prendere tempo e continuare ad avanzare in Ucraina. Questo pero’ lo esporrebbe alla reazione di Donald Trump che potrebbe erogare sanzioni durissime comprese quelle bancarie che metterebbero in ginocchio l’economia russa. Inoltre gli Usa potrebbero armare pesantemente gli ucraini perché tutti sanno che il presidente americano questa partita non la può’ e non la vuole perdere. Donald Trump ha annunciato che parlerà con il leader del Cremlino Vladimir Putin «questa settimana nella speranza di vedere un cessate il fuoco totale nei prossimi giorni». Poi aggiunto: «Ma per ballare il tango bisogna essere in due»