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(Ansa)
Dal Mondo

Dopo 100 giorni la guerra non ci interessa più

Social, tv, discussioni personali; tutto porta a dire che ci siamo abituati alla Guerra in Ucraina. E forse qualcuno ha lavorato e sperato anche in questo

Oggi tutti i principali quotidiani, i grandi esperti di esteri, gli inviati che sono rimasti o che solo ci sono stati ci hanno offerto la loro analisi sui primi 100 giorni i guerra in Ucraina. Ci hanno spiegato dove e chi ha fatto bene e dove e chi ha fatto male, cadendo spesso in contrasto l’uno con l’altro. Ma c’è una cosa che forse oggi sarebbe opportuno sottolineare: agli italiani questa guerra interessa sempre di meno. E lo dicono i numeri, e non solo.Partito ad esempio dai trend di queste ore su twitter: #2giugno domina incontrastato ma poi è un susseguirsi di #ReginaElisabetta, #ITAARG, #Lukaku, #Zendaya, #Depp. Insomma, dal pallone e dal calciomercato al giubileo della Regina d’Inghilterra per passare dal processo contro l’attore di Pirati dei Caraibi etc etc etc. nei primi 10 non c’è stato nulla inerente alla guerra. 100 giorni fa invece Kiev, Putin, Ukraine, War era tutto un susseguirsi di news e ricerche su quello che stava accadendo a poche centinaia di km in linea d’aria dai nostri confini. Servono altre riprove?Guardiamo la tv. Gli speciali si riducono e quelli che proseguono da 100 giorni stancano. Gli ascolti record dei primi giorni non ci sono più. Ieri ad esempio Piazzapulita, il programma di approfondimento del giovedì, ha aperto la trasmissione con un’intervista a Matteo Renzi, incentrata per lo più sulla giustizia e sulla politica interna. La guerra è arrivata dopo, verso le 22.Poi dobbiamo ammetterlo; con gli amici tre mesi le discussioni erano esclusivamente sulla guerra, sulla paura di un invasione anche di altri paesi europei, sull’uso di armi nucleari. Adesso si parla di vacanze, lavoro, figli; insomma, si è tornati alla normalità. Se non vi siete convinti poi basti pensare che da qualche giorno alle frontiere tra Polonia ed Ucraina il numero di chi rientra nel paese in guerra è superiore a quello delle persone che scappano.Peccato però che la normalità sia molto lontana e che la guerra c’è ancora oggi, violenta e brutale come il primo giorno; è che ci siamo abituati e soprattutto tranquillizzati (sul fatto che la guerra resterà una cosa molto lontana dall’Italia).Peccato però che l’onda d’urto di missili e bombe stia attraversando comunque lo stivale, colpendo non le nostre case ma il nostro portafoglio. La benzina vola, l’inflazione pure, forse dovremo ridurre il condizionatore ed abbassare in autunno il riscaldamento. Si parla di recessione mentre il 2022 doveva essere l’anno d’oro della ripresa post Covid. E la speranza di un accordo di pace non è legata alla Pace in se, quanto al ritorno della tranquillità sui mercati, nei porti, sui campi di grano ed i movimenti delle materie prime.Da 100 giorni gli esperti ed i commentatori si dividono tra torti e ragioni a questo o quello. Di sicuro chi ha voluto una guerra lunga, estenuante, contava sulla nostra noia. E su quello, bisogna ammetterlo senza discussioni, ha vinto.

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Andrea Soglio