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(Ansa)
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Quelli che…la scuola nel 2021

Finisce un (altro) anno devastante per la scuola come istituzione, ma lo è stato anche per chi ci lavora e per chi la frequenta ogni giorno. Ecco una sintesi delle posizioni e delle dichiarazioni più rilevanti sulla scuola riunite dal famoso refrain di Enzo Jannacci che ci ricorda di sorridere per non piangere

Raccogliere il meglio del peggio è un’operazione tipica di ogni fine anno. Se si parla di scuola poi, c’è l’imbarazzo della scelta, perché di scuola parlano tutti al di là di quanto ne sappiano, perché uno strafalcione in diretta può capitare a tutti e con i social non sfugge più nulla.

Ripercorrendo questo 2021 iniziato in zona rossa e mai, con la scuola sempre più in crisi, attaccata alle macchine, senza fondi adeguati, senza idee e senza certezze - nemmeno quelle più ovvie, come rivedersi in aula dopo una vacanza! – ecco, ripercorrendo questi mesi si incontra qualche erroraccio, ma soprattutto qualche posizione che tradisce poca lungimiranza, piani sgangherati di riforma, poca conoscenza della materia trattata, idee che non avranno mai applicazione e altre ancora che speriamo non abbiano mai applicazione.

Immergiamoci in questa carrellata da Oscar alla rovescia, con la speranza che il 2022 non debba raccogliere materiale simile. Non perché ci sia qualche segnale che fa pensare a tempi migliori, anzi, ma perché la speranza è, come si sa, l’ultima a morire.

Quelli che…davanti ai microfoni “la scuola è la nostra priorità”, però poi se ne dimenticano ai tavoli degli investimenti;

Quelli che…”la scuola va riaperta in sicurezza”, e pensano a mascherine e gel, tralasciando strutture fatiscenti e numeri per classe troppo alti;

Quelli che…ci voleva il virus per capire che le classi pollaio sono pollai e non classi, e nonostante ciò continua a non cambiare niente.

Quelli che…hanno ancora bisogno dello ”spegniamo i microfoni grazie!” dopo due-anni-due di DAD;

Quelli che…”non si sente, non vedo, sei frizzato, mi senti? spengo e riaccendo” ogni santa volta;

Quelli che…alla fine bisogna ringraziare la DAD;

Quelli che…adesso invece bisogna implementare la DAD nella quotidianità scolastica. Ussignur.

Quelli che…non ce la fanno più della DAD e hanno bisogno di aiuto;

Quelli che…non ce la fanno più e hanno bisogno di aiuto.

Quelli che…vogliono portare gli studenti a far respirare le imprese a 16, 14, 12 anni;

Quelli che…”i ragazzi non sono abbastanza preparati” e pensano di sistemare le cose riducendo di un anno la durata delle superiori. Mah!

Quelli che…”dobbiamo fare come in Europa”, ma mai quando si tratta di adeguamenti salariali;

Quelli che…la flipped classroom, gli EAS, la lavagna touch, altro che la lezione frontale;

Quelli che…portano Bob Dylan e i suoi fratelli in classe, oh yeah;

Quelli che…citano Topolino credendo che sia Dante (sottosegretario all’istruzione, Rossano Sasso, 25 febbraio 2021);

Quelli che…come si svolge la maturità te lo dico il giorno stesso della maturità;

Quelli che…hanno bisogno dei dati INVALSI per capire che la scuola sta andando a picco;

Quelli che…leggono i dati EDUSCOPIO con l’enfasi della classifica finale del Giro d’Italia;

Quelli che…fanno scuola ogni giorno nonostante INVALSI e EDUSCOPIO.

Quelli che…”basta studiare quattro volte le guerre puniche!” (ministro Roberto Cingolani, 25 novembre 2021);

Quelli che… c’è solo il liceo classico;

Quelli che…”quando ho capito che sarei diventato ministro? l’ho imparato ieri sera” (Ministro Patrizio Bianchi, 13 febbraio 2021)

Quelli che…”ma sai in Finlandia, in Svezia, in Germainia” ma non capiscono che il modello italiano funziona eccome, con passione, pazienza, luoghi e investimenti adeguati;

Quelli che…andranno al banco, in cattedra, al computer il 10 gennaio 2022 e proveranno a fare del loro meglio. Nonostante tutto, oh yeah.

Auguri.

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Marcello Bramati