Che pasticcio la «passeggiata» dei bambini
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Che pasticcio la «passeggiata» dei bambini

Conte sconfessa il Viminale che aveva detto un primo si, poi diventato forsee che ora è no. Ma dà il via libera alla spesa con mamma al supermercato (il luogo a più alto rischio contagio). Insomma, il caos

Scusate, contrordine. Nessuna passeggiata con i bambini.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel discorso al Paese in diretta televisiva, smentisce il proprio esecutivo e, di fronte alle proteste di Governatori di Regione e Prefetti, così come di gran parte delle altre autorità sanitarie e di molti esponenti della società civile, con una piroetta concettuale, svuota completamente il significato della circolare del Viminale del 31 marzo ( del giorno prima insomma), contraddicendola totalmente.

Cosa diceva la suddetta circolare?

E' importante citare le parole esatte: «Per quanto riguarda gli spostamenti di persone fisiche, è da intendersi consentito, ad un solo genitore, camminare con i propri figli minori in quanto tale attività può essere ricondotta alle attività motorie all'aperto, purché in prossimità della propria abitazione. La stessa attività può essere svolta, inoltre, nell'ambito di spostamenti motivati da situazioni di necessità o per motivi di salute».

Mi pare tutto chiaro: il Ministero degli Interni parla di passeggiate con i figli che vengono ammesse in quanto ascrivibili ad attività motoria all'aria aperta, autorizzando anche (quindi in aggiunta, come testimoniato dall'avverbio 'inoltre'), spostamenti dovuti a contingenze connotate da urgenza.

Verosimilmente non reggendo al peso delle critiche, è lo stesso Viminale che ieri, prima del discorso di Conte, emette altra circolare chiarificatrice nella quale sembra quasi ridimensionare la portata della precedente, ribadendone le parole sopra trascritte e specificando che queste 'camminate' non sdoganano la possibilità di effettuare attività ludica e ricreativa all'aperto o accedere ai parchi gioco, ville, giardini pubblici o aree gioco.

Ancora una volta, mi pare tutto chiaro.

Almeno sino a ieri sera quando il Presidente del Consiglio, alle ore 20.20, pronuncia queste parole: «Non abbiamo affatto autorizzato l'ora del passeggio con i bambini, questo lo vorrei chiarire: in fase di interpretazione abbiamo semplicemente detto che se ci sono dei bambini e figli minori, quando un genitore va a fare la spesa, siccome i bambini sono gli unici che non possono uscire, si può consentire anche l'accompagno di un bambino».

Come?

Ma scusi, Presidente Conte, la circolare del Suo Ministro degli Interni è però completamente diversa.

Nessuno ha mai parlato di 'accompagno' del genitore a 'fare la spesa', per due motivi: primo perché andrebbe a farsi benedire il concetto espresso di 'attività motoria all'aperto', secondo perché, se proprio esiste un luogo di concreto pericolo connesso alla concentrazione umana che fa a pugni con il distanziamento sociale, questo è proprio il supermercato o negozio di alimentari, caratterizzato da code all'esterno e contatti umani all'interno, quantomeno con la cassiera o altri avventori. Senza contare che proprio nei supermercati è notorio come i bambini si scatenino tra gli scaffali, magari pur muniti di guanti, toccando a destra e manca e respirando, lì certamente, aria contaminata da chi è passato poco prima, magari non protetto da mascherine idonee.

A parte ciò, mi domando come le Forze dell'Ordine debbano porsi rispetto ad una madre con i figli minori sotto casa o dentro un market. In quale delle due situazioni è sanzionabile? Fanno fede le parole del Presidente Conte del 1 aprile o la circolare del 31 marzo?

Giuridicamente la seconda, senza dubbio, dovendosi attribuire le parole del Primo Ministro più ad un tentativo maldestro di disincentivo che ad una fattiva abrogazione della nota del Viminale che, quindi, rimane in vigore.

A stretto rigore, dunque, la Polizia dovrebbe vietare proprio la passeggiata fra le corsie del supermercato, non già la 'camminata' nel quartiere assieme ai figli.

Che gran pasticcio.

Ma è mai possibile, mi chiedo, scivolare goffamente su questa foglia di banana, ingenerando confusione e la pericolosa sensazione di non avere il controllo sul proprio esecutivo?

Chi lavora sbaglia, questo è assodato, e comprendo che le tensioni di un momento storico senza precedenti amplifichino lo stress e la possibilità di errori ma, in questo frangente, è emerso davvero uno scollamento totale, confusivo, destabilizzante che non agevola affatto la chiarezza normativa, esigenza fondamentale per mettere in condizione i cittadini di capire come comportarsi in concreto.

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Daniela Missaglia

Avvocato matrimonialista e cassazionista, è specializzata in Diritto di famiglia e in Diritto della persona. Grazie alla sua pluridecennale esperienza è spesso ospite in trasmissioni televisive sulle reti Rai e Mediaset. Per i suoi pareri legali interviene anche su giornali e network radiofonici. Info: https://www.missagliadevellis.com/daniela-missaglia

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