Aiutiamo i nostri figli a informarsi sul coronavirus
Il figlio del professor Lorenzo Sanna, Ascanio, al computer.
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Aiutiamo i nostri figli a informarsi sul coronavirus

Consigli per studiare da casa: 7. Selezioniamo le fonti

Pillole quotidiane per aiutare studenti (e famiglie) a organizzare lo studio in tempi di Covid-19, che nel mondo ha confinato in casa un miliardo di ragazzi. A firma di Marcello Bramati e Lorenzo Sanna, dirigenti e docenti dei licei Faes di Milano, nonché autori di Basta studiare! e Leggere per piacere (Sperling & Kupfer). Ogni mattina alle 8.30 su panorama.it, consigli, dritte e buone pratiche per alunni di tutte le età.

In un tempo così particolare, oltre alla vita famigliare e allo studio, è opportuno anche porsi domande di senso, interrogarsi, indagare la realtà. Un primo passo è certamente informarsi di quanto sta accadendo, nel luogo in cui si abita, ma anche nella propria nazione e poi nel mondo.

Le epidemie globali sono state raccontate nei film apocalittici e sono state studiate nelle ore di storia e di letteratura. Ma il Covid-19 tocca il vicino di casa, il parente medico o infermiere, e fa temere per i nonni. In altre parole, cambia lo scenario e la percezione del reale, non più immutabilmente sereno, ma fragile e incerto.

Le informazioni arrivano dappertutto, da ogni schermo, da ogni microfono. La prima cosa da fare è non lasciare che siano soltanto i più grandi a capire: la realtà e il presente sono di tutti, per cui sta anche ai più giovani chiedere per sapere e cercare di capire.

Occorre stare attenti agli eccessi, sia da una parte sia dall'altra: l'informazione spesso dà spazio a catastrofisti e negazionisti, lanciando titoli roboanti poco sostenuti da quanto poi segue o dal senso di realtà. È il tempo di selezionare le fonti, quindi: in primo luogo, dando ascolto a enti ufficiali e a persone competenti.

Tra un tweet di un personaggio dello spettacolo e una dichiarazione di un primario di un reparto di virologia, serve dare credito al secondo. Anche se risulterà meno telegenico, meno mediatico e magari meno rassicurante. Per capire serve scavare, pazientare, ricercare, ascoltare. Serve tempo, e il tempo in questi strani giorni non manca.

In secondo luogo, abbandoniamo la sola lingua nazionale: ci sono informazioni assai utili in lingua inglese, ci sono dashboard di università che mostrano l'andamento in tempo reale, ci sono interviste e articoli scientifici appena pubblicati da spulciare, con l'aiuto di chi possa interpretarli. Il virus può anche essere una chiave per approcciare in modo nuovo, diverso e più profondo, la realtà di cui facciamo parte e che fa parte di noi.

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